Il giudice condanna l’Ausl di Imola a risarcire una quarantina di sanitari
Il Tribunale di Bologna il 27 marzo ha accolto il ricorso presentato da una quarantina di infermieri, collaboratori sanitari e tecnici dell’ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola, difesi dagli avvocati Nicola Toscano e Olimpia Fortunato e sostenuti dal sindacato Fials, riconoscendo il diritto al buono pasto sostitutivo nei turni superiori alle sei ore quando l’accesso alla mensa è impossibile. «Una sentenza destinata a fare scuola» il commento di Alfredo Sepe e Stefano De Sandis, della Fials regionale e aziendale. «La sentenza riconosce che anche i lavoratori che svolgono turni di notte hanno diritto al pasto, che sia erogato in mensa o in forma sostitutiva» continuano da Fials. L’Ausl ora dovrà risarcirne ciascuno di 4,13 euro moltiplicati per ogni turno notturno, inoltre dovrà pagare le spese di lite (6.800 euro per onorari) e 2.000 euro per spese.
red.cr.
L’ospedale nuovo di Imola (Santa Maria della Scaletta)