Processo Radici: 98 anni di condanne in primo grado, al Comune di Imola (parte civile) spettano 10mila euro
Il processo Radici, dopo tre giorni di Camera di consiglio, si è concluso ieri pomeriggio al tribunale di Ravenna con la sentenza di primo grado pronunciata dalla presidente Cecilia Calandra con a latere i giudici Federica Lipovscek e Cristiano Coiro. In totale le condanne, per i 24 imputati accusati di utilizzare la nostra regione per «lavare» i soldi sporchi di Camorra e ’Ndrangheta, oltre che associazione a delinquere, autoriciclaggio, bancarotta e estorsione, hanno raggiunto i 98 anni di carcere. Poco meno degli oltre 110 richiesti dal pm Marco Forte. Tre gli imputati assolti.
Tra le condanne più pesanti quelle a 13 anni e 3 mesi per Saverio Serra (12mila euro di multa). Per lui il pm aveva chiesto 15 anni e 11 mesi. A seguire Francesco Patamia, condannato a 11 anni e 2 mesi (9.200 euro di multa), e Rocco Patamia con 10 anni e 6 mesi (8.600 euro di multa).
Il Comune di Imola, costituitosi parte civile per il fallimento del Forno Imolese Srl (alla curatrice fallimentare Alessia Cavalieri risarcimento danni per 250mila euro), andranno 10mila euro (contro i 150mila euro richiesti). All’associazione Libera, invece, spetteranno 5mila euro.
r.cr.
Nella foto: il tribunale di Ravenna