40 anni fa la Strage del Rapido 904, tra le vittime l’imolese Maria Luigia Morini. Mattarella: “Atto eversivo, l’Italia reagì”
“Fu una strage spaventosa, di impronta terroristico-mafiosa, come avrebbe accertato la magistratura”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella oggi in un messaggio in ricordo della strage del Rapido 904 avvenuta il 23 dicembre del 1984. Una bomba squarciò i vagoni mentre il treno, partito a Napoli e diretto a Milano, percorreva la galleria Direttissima a San Benedetto Val di Sambro. Quasi 300 feriti e 16 vittime tra cui l’imolese Maria Luigia Morini, che lavorava a Firenze come infermiera pediatrica. Era la sorella di Gianluigi Morini, fondatore del San Domenico, che l’attendeva a casa per le feste.
“Ancora una volta, il tentativo era attentare alla pacifica convivenza del Paese – ha aggiunto il capo dello Stato -. Si allungava la catena dei criminali attentati ai treni, in continuità con le stragi compiute dall’eversione nera. Una strategia di intimidazione e destabilizzazione che la mafia avrebbe replicato contro la Repubblica anche nel decennio successivo”.
“Le istituzioni – ha concluso Mattarella – seppero respingere il ricatto e difendere la democrazia grazie alla reazione civile e all’amore per la libertà degli italiani. Questo è il testimone da consegnare alle generazioni più giovani”.
La strage del Rapido 904 – dieci anni dopo quasi fotocopia di quella dell’Italicus – è considerata l’avvio dello stragismo mafioso degli anni Novanta. La risposta al maxi processo contro Cosa Nostra del giudice Giovanni Falcone che stava cominciando proprio in quei mesi in Sicilia. Nel 1992 la Cassazione condannò il boss Pippo Calò venne condannato come mandante e 22 persone per averla eseguita o aver procurato gli esplosivi. Oltre a Cosa Nostra anche camorristi del clan Misso, mentre alcuni neofascisti erano accusati di aver fornito l’esplosivo.
red.cr.