Sanità, Ausl unica metropolitana, il rettore Molari spinge, i sindacati preoccupati chiedono un confronto al Circondario
Giovanni Molari, rettore dell’Università di Bologna, ieri, a latere dell’incontro con il vicepresidente Vincenzo Colla, che ha assunto la delega all’Università, ha rilanciato alla nuova giunta dell’Emilia-Romagna del presidente Michele de Pascale, l’invito: “Credo sia giunto il momento di mettere mano alla sanità bolognese”. Da tempo Molari chiede di intervenire sull’assetto della sanità bolognese “ci sono due tra le Ausl più piccole d’Italia, il Rizzoli e l’Ausl di Imola, mentre a pochi chilometri c’è l’Ausl Romagna. A Bologna si può lavorare in modo migliore e più razionale”. Negli anni scorsi era stato istituito un tavolo “sono state presentate delle proposte, si è fermato per scelta della Regione” ha ricordato Molari. In effetti, un anno fa, a gennaio, era stato il sindaco metropolitano Matteo Lepore a tentare di far passare la proposta, seguito da Molari. Poi c’era stata la frenata. Il rilancio, ora, di Molari, preoccupa la Funzione pubblica della Cgil di Imola: “Un accorpamento delle aziende sanitarie bolognesi non risolve le carenze strutturali e di mancanza di personale”. “La creazione di un gigante dalle gambe di coccio non è la panacea di tutti i mali – sostiene Giuliano Troncossi referente per la Sanità pubblica e privata -. L’accorpamento delle aziende sanitarie bolognesi non andrebbe a risolvere le carenze strutturali e di mancanza di personale, anzi”. “Quello della medicina di prossimità è un tema caldo e primigenio, ma che non rientrerebbe all’interno di un riordino della sanità che preveda un raggruppamento delle varie Ausl sotto l’egida universitaria. Convinti di questo – conclude Troncossi – chiederemo un tavolo di confronto urgente, assieme a Cgil e Spi Imola, con i vertici della sanità imolese e del Circondario per poter discutere di tutto questo».
l.a.