Legionella nei bagni dei container del Liceo Valeriani a Imola, una mamma preoccupata
Bagni interdetti e disinfezione dell’impianto dei container nei quali fanno lezione quattro classi dei Licei di Imola. È la notizia data dal preside Paolo Nardiello che ha fatto il giro delle chat dei genitori. Una situazione di “emergenza” dovuta alla scoperta del virus della legionella da parte del laboratorio dell’Arpae, che ha portato martedì 3 all’ordinanza del sindaco Marco Panieri. “Il Comune è in coordinamento con la Città metropolitana per ogni verifica e risanamento e si sta assicurando che venga fatto ciò che serve in tempi rapidi” confermano dall’Amministrazione. Gli edifici delle scuole superiori, come noto, sono in capo alle Province, nel nostro caso alla Città metropolitana (sindaco delegato quello di Sala Bolognese, Emanuele Bassi).
Il preside Nardiello ha assicurato i genitori che «non esistono pericoli per nessuno, non è stata riscontrata legionella negli split e le aule risultano sicure». E ha indicato mercoledì 11 come il giorno in cui verranno gli idraulici poi, dopo controlli e via libera della Sanità pubblica dell’Ausl, i bagni potranno essere riattivati.
Ma quanto accaduto non rassicura per niente una mamma: “I ragazzi (tre terze dello scientifico Valeriani e una prima del Liceo scienze umane) sono costretti a uscire dallo stabile, fare il giro attorno alla scuola al freddo e andare nello stabilimento centrale per andare in bagno, tempo medio di assenza 15 minuti ogni volta”. E questa sarebbe solo la punta dell’iceberg di una situazione divenuta insostenibile: “Ogni giorno peggiora – dice la mamma -. Questi container sono nati nel periodo Covid per isolare e distanziare i ragazzi. Una soluzione temporanea che è diventata permanente e continuativa con evidenti limiti di gestione strutturale”. Un esempio? “I bagni sono in numero insufficiente e spesso rotti, da inizio anno 3 sono guasti in modo permanente e solo 1 è funzionante per le femmine e 2 per i maschi con circa 120 alunni totali. Com’è possibile che non si possa trovare uno stabile dove spostare i ragazzi?”.
l.a.