Il Maggiore Andrea Oxilia ha salutato in versi la città di Imola – IL VIDEO
Al cospetto di una sala del consiglio gremita il maggiore Andrea Oxilia, comandate della Compagnia dei carabinieri di Imola, ha regalato al Comune una poesia dedicata alla città. «Dopo cinque anni di servizio qui, mi sembra il minimo lasciare qualcosa di me ad una comunità che mi ha lasciato tanto di sé». Una sorpresa, quella del maggiore, scritta in cimbro, lingua parlata da una minoranza tra il Veneto e il Trentino, e tradotta in italiano e in dialetto imolese dal Maestro Franco Scala.
Sul “sabato sera” di questa settimana l’intervista di Antonio Avallone al maggiore Oxilia: il protocollo sul bullismo siglato con le scuole, gli Istituti comprensivi di tutto il Circondario e il Targa system che controlla i veicoli sospetti, i furti nelle case e le truffe agli anziani. Cinque anni in un territorio che Oxilia ha definito “frizzante”.
Il testo della poesia
D’un sorso Imola: Semicroma d’un lampo/ dietro ai miei occhi/ anche se li chiudo vedo/ bagliori di riflessi/ scintille d’acqua/ del tuo Santerno/ tua Senna. Senna tuo./ Una S t’abbraccia/ una S sui tasti tuoi/ d’un pianoforte bianchi e neri/ che è mani, melodie di mani/ come siepi/ alate, alzate, rapide,/ su scale e rampe di Rocca/ su curve di bimbi ubriachi/ di rombi,/ di vecchi rinati/ sui tuoi pentagrammi/ come griglie di partenza/ per nuove vite, come germogli/su asfalto./ Ed è sibilo, ronzio, squarcio silenzioso,/ la lingua mia, inesistente, deposta,/ che io dono a te, Imola,/ irripetibile sarà/ il verso mio/ cui doni/ la scintilla eterna/ del tuo motore,/ Imola/ che lega eterna/ la mia lingua alla tua./ Poesia d’Imola/ come sibilo eterno/ semicroma d’un lampo/ d’un sorso!.