«Caso» Sangiorgi, l’ex Lega replica a Morotti: «Non mi aspettavo questo attacco personale, forse è lui che dovrebbe dimettersi da segretario»
«Caso» Sangiorgi, parte terza. Dopo la notizia dell’uscita del consigliere dalla Lega e il commento del segretario provinciale del partito Fabio Morotti, oggi è arrivata la replica dello stesso Sangiorgi.
«Conosco Morotti da anni e non mi sarei mai aspettato un attacco personale del genere – scrive Sangiorgi -. Io non ho mai attaccato la sezione locale proprio perché rispetto personalmente coloro con i quali ho collaborato e che hanno sempre dimostrato passione e rispetto nei miei confronti. E mentre nella mia lettera, aperta alla cittadinanza, ho parlato di contenuti e avanzato critiche a livello politico, questa risposta ha il solo obiettivo di delegittimarmi a livello personale. Questa è la politica. Prima, in privato, ti dicono di comprendere la tua decisione e poi pubblicamente ti dicono di essere un “estremista di sinistra”, un “populista” o di dare risposte confuse e ragionare a livello individualistico, alla ricerca della poltrona».
Quella poltrona che «ho più volte rifiutato negli ultimi mesi, quando il segretario provinciale mi aveva proposto di candidarmi alla segreteria locale – continua Sangiorgi -. L’ho fatto perché in cambio avrei dovuto soffocare le mie libere opinioni e obbedire ai diktat di partito. La poltrona, quella che Fabio Morotti ricopre da tempo a livello provinciale. Un mandato, il suo, che ha visto le dimissioni e il commissariamento sia della segretaria imolese che della Vallata del Santerno, e adesso la perdita di un componente della segreteria provinciale. Un successone. A differenza del dirigente leghista, non mi piace dire agli altri cosa devono fare, ma a questo punto, se fossi in lui rassegnerei le dimissioni o comunque, invece che difendere a spada tratta Salvini e Morrone, cercherei di comprendere che evidentemente si è sbagliato qualcosa. E mi chiedo anche come la sezione, che ho imparato a conoscere negli anni, possa tollerare questo delirio di onnipotenza».
Per Sangiorgi, però, Morotti non pensa davvero quello che ha scritto. «Quando durante le assemblee di partito si avanzano importanti critiche verso l’operato della segreteria federale, ma poi sulla stampa si diventa improvvisamente un’altra persona, significa che c’è qualcosa che non va – spiega -. Sembrerebbe quasi, se si volesse essere maliziosi, che questa risposta arrivi direttamente dai piani alti romagnoli, e che a Imola si sia deciso di scrivere sotto dettatura. Capisco l’imbarazzo di Jacopo Morrone a leggere una lettera di critiche puntuali verso l’operato del partito a livello regionale e federale, ma forse sarebbe stato più opportuno una sua risposta, sui contenuti magari, piuttosto che l’esternazione di qualche ventriloquo. Sono stato accusato di “essere salito su un carro solo per essere eletto”. Questo carro, il sottoscritto, lo ha tirato avanti, insieme ad altri militanti, per anni, senza mai chiedere nulla in cambio. Secondo la segreteria imolese poi la Lega non sarebbe cambiata. Rimango stupito da questa risposta visto che l’attuale segretario provinciale è uno della vecchia guardia, della Lega Nord. Posso solo augurare buona fortuna a Morotti nel difendere la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, non proprio la storica battaglia della Lega e nell’accogliere a Pontida un generale ultranazionalista. Che poi la Lega, sia da sempre stata un partito liberal- conservatore è un falso storico. Peccato che, chi ha militato per così tanto tempo nel partito, non ricordi che la Lega fosse un partito rivoluzionario che voleva abbattere il potere conservatore dei palazzi romani e che faceva dell’antifascismo un valore imprescindibile. È davvero curioso che debba essere un ragazzo di 24 anni a ricordarglielo. Probabilmente, come dice Morotti, non ho le idee molto chiare. Ha ragione. Perché per avere successo in politica, in questo sistema partitocratico, bisogna imparare a mentire. A non dire ciò che si pensa. A dire pubblicamente quello che conviene o quello che ti viene imposto dall’alto, senza rispettare la propria coscienza personale. A questo sistema io mi sono ribellato».
Sangiorgi poi si rivolge direttamente a Morotti. «Caro segretario, mi sento infinitamente bene ad essere una persona libera, con la coscienza pulita e che porta avanti liberamente le proprie idee – conclude -. Ci si sente dannatamente bene a poter scrivere quello che si pensa e in cui si crede, senza aspettare la dettatura di qualcun altro o una pacca sulla spalla da qualche parlamentare. E queste idee le porterò avanti, con ancora maggiore convinzione in Consiglio comunale nei prossimi mesi. Mi chiedo il perché di tutta questa fretta nel chiedere le mie dimissioni da consigliere quando, per anni, il partito ha accolto decine e decine di consiglieri comunali e regionali provenienti da altri partiti. La stessa cosa è avvenuta anche nella scorsa consiliatura a Imola, quando un esponente del M5S è entrato in Lega. Non mi pare che allora si parlasse di tradimento della volontà popolare. Appena ci si ribella, cercano di infangarti dal punto di vista personale. Non smettete mai di essere liberi».
r.cr.