Un gruppo di giovani dà vita ad un’associazione per rendere balneabile il fiume Santerno a Imola e in vallata
Un tuffo nel futuro, è proprio il caso di dirlo. Un gruppo di giovani di Imola e dintorni ha dato vita all’associazione Santerno Balneabile con l’ambizioso obiettivo di rendere appunto il fiume balneabile.
«Attualmente, laddove i parametri della qualità dell’acqua sono buoni, in assenza di rilevazioni da parte di Arpae, la normativa regionale vieta la balneazione in tutti i fiumi e laghi – fa sapere l’associazione -. Tuttavia, in vari tratti della vallata, come a Castel del Rio, l’acqua limpida attira ogni anno numerosi cittadini in cerca di sollievo dalla calura estiva. La qualità dell’acqua potrebbe già ora spingere la Regione a riconoscere ufficialmente il fiume come acqua di balneazione, come avviene nei grandi laghi del Nord Italia e nel fiume Castellano ad Ascoli Piceno. Questa iniziativa mira non solo a migliorare la qualità della vita dei cittadini, ma anche a valorizzare un’importante risorsa naturale del nostro territorio».
Ma quali sono i vantaggi? «Il riconoscimento ufficiale della balneabilità in vallata permetterebbe il pieno sviluppo dell’offerta turistica locale. Secondo un rapporto dell’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche (Isnart) e Legambiente, tra i settori in forte crescita dopo la pandemia figura c’è il cicloturismo – racconta Matteo Zappi segretario dell’associazione -. La futura riapertura della Ciclovia del Santerno, insieme alla Vena del Gesso, classificata nel 2023 come patrimonio Unesco, ai percorsi di trekking, alle delizie enogastronomiche e alla balneazione delle splendide acque del nostro fiume, consentirebbero un’efficace campagna di promozione turistica del territorio. Questo approccio mirerebbe ad attrarre turisti in cerca di esperienze autentiche e a contatto con la natura, lontane dai tradizionali flussi».
Gli obiettivi principali sono due. «Il primo è cogliere le opportunità derivanti dal riconoscimento ufficiale del Santerno come acqua di balneazione a partire dai tratti più a monte, complementare all’intera offerta turistica locale, che necessita di una maggiore promozione per raggiungere il suo pieno potenziale – racconta Fabio Ehrenhofer, presidente dell’associazione -. Il secondo è migliorare la qualità dell’acqua del Santerno nei tratti sempre più a valle, per raggiungere infine la balneabilità anche nella città di Imola. Migliorare lo stato delle acque è un percorso lungo ma non impossibile, come dimostrano le tante esperienze positive di realtà bavaresi medio-piccole e di altre grandi città europee come Zurigo, Vienna e Monaco di Baviera. Abbiamo iniziato un dialogo molto proficuo con le varie amministrazioni locali coinvolte, confidando che questo possa proseguire. Negli anni ’60, a Imola si faceva il bagno nel fiume, e noi sogniamo che presto sarà nuovamente possibile».
Per Imola ciò «migliorerebbe la qualità della vita e offrirebbe una soluzione accessibile a tutte le persone per contrastare il sempre maggiore caldo estivo – conclude Alessandra Golini, vicepresidente dell’associazione e dottoressa in Scienze Ambientali -. Inoltre, il fiume potrebbe rappresentare un ulteriore luogo di aggregazione, mentre una maggiore cura dell’ambiente fluviale migliorerebbe lo stato ecologico e promuoverebbe una connessione più stretta tra la comunità e la natura».
r.cr.