Alluvione: il saluto ai volontari, il decreto sui rimborsi dei beni mobili: importo massimo 6.000 a famiglia
Sabato scorso, al PalaCattani di Faenza, è stata organizzata una giornata ad un anno dall’alluvione per ringraziare i volontari e tutte le persone che hanno partecipato ai soccorsi. All’evento erano presenti anche i sindaci del circondario imolese e anche il presidente della Regione, Stefano Bonaccini il quale ha ribadito la speranza che il governo garantisca il 100% del rimborso dei danni «perché, ad oggi, non è assolutamente così».
Bonaccini faceva riferimento alle disposizioni per i rimborsi dei beni mobili inserite nel decreto legge numero 76 dell’11 giugno, quello per il potenziamento della sicurezza per il G7. In tutto lo stanziamento previsto, arrivato con un anno di ritardo, è di 210 milioni di euro.
Va però tenuto conto che i contributi saranno forfettari e stabiliti in relazione al numero e alla tipologia dei vani all’interno dei quali i beni erano collocati. Nello specifico i rimborsi non supereranno i 3.200 euro per il locale della cucina e arriveranno ad un massimo di ulteriori 700 euro per ciascuno degli altri locali. In definitiva, l’importo massimo sarà di 6mila euro ad abitazione. Una cifra che risulta irrisoria considerate le immagini ancora impresse nella mente delle case completamente allagate, delle auto inutilizzabili e degli arredi distrutti dall’acqua e dal fango.
Nel decreto, che ha prorogato di sei mesi la scadenza dell’incarico di Figliuolo, sono state accolte le richieste degli Enti locali, i quali domandavano criteri meno stringenti per le assunzioni a termine rispetto alle attività amministrative e tecniche di ricostruzione. In assenza di profili idonei nelle graduatorie, infatti, i Comuni potranno procedere autonomamente con una selezione per titoli e colloquio.
La Cgil dell’Emilia-Romagna si è già espressa giudicando «nettamente insufficienti» le misure di risarcimento previste e ha promesso di continuare a chiedere il rispetto delle promesse fatte sul completo risarcimento dei danni nelle sedi di confronto parlamentare.