Alluvione, un anno dopo tra ricostruzione e promesse: indennizzi pochi, in montagna e nei campi non si molla ma che fatica
Un anno fa la prima ondata di piogge torrenziali del 2 e 3 maggio una tragica anteprima, poi il 16 e 17 maggio la seconda. In qualche modo tutti i corsi d’acqua esondati, Spazzate Sassatelli e Gaiana con un metro d’acqua per settimane, la Partecipanza che allaga i campi per salvare la frazione di Sant’Antonio; in collina 5 mila frane nel solo circondario imolese.
E c’è una vittima, il 3 maggio, Enrico Rivola, 78 anni, sepolto dal crollo della sua abitazione a Fontanelice. Dopo l’emergenza e la solidarietà, i volontari del fango e i voli in elicottero delle autorità di Governo e dell’Europa, le promesse di indennizzare al 100% famiglie e imprese, sono subentrati i mesi dell’attesa della nomina del commissario. Dei soldi per ricostruire su oltre 8,5 miliardi stimati di danni ne sono stati stanziati 4 dal Governo e non è facile ottenerli.
Procedono i cantieri su fiumi e strade – la Regione ne conta oggi 402 di cui 103 già completati – ma in montagna si teme lo spopolamento e tra gli agricoltori di pianura non c’è molta allegria. Un anno dopo cos’è stato fatto e cosa manca? La fatica di «tener botta» e la rabbia di chi ha perso tutto.
l.a.
Su «sabato sera» in edicola da domani, giovedì 9 maggio, i racconti di chi l’alluvione la vissuta sulla propria pelle: la criticità delle strade, la situazione oggi dei castagneti in Vallata e dei poderi in pianura e la rabbia degli agricoltori.
Nella foto: l’alluvione a Spazzate Sassatelli