Storie di resistenza negli anniversari della Liberazione: «Il 14 aprile a Imola ci fu una grande festa»
Prima Imola, il 14 aprile del 1945, poi Dozza il 15, Medicina e Castel Guelfo il 16, Castel San Pietro il 17. Sono le date in cui le nostre città vengono liberate dal nazifascismo nel lento avvicinamento a Bologna. A Imola, ormai libera dai tedeschi, entrarono i soldati polacchi, accolti dai partigiani e dalla popolazione festante. Il giorno dopo arrivano a Toscanella, mentre Dozza veniva liberata dagli italiani del Gruppo di combattimento Folgore. A Castello i primi ad entrare in città furono sempre i polacchi, mentre a Medicina il battaglione indiano dei Gurka. Tutti erano nell’VIII Armata britannica.
Tante le storie e le persone legate alla resistenza al nazifascismo e alla Liberazione dei comuni del territorio imolese. C’è Antonio Ronchi, partigiano col nome di Tanè, che nel 1944 faceva parte della Brigata Garibaldi e ricorda il giorno della Liberazione di Imola: «Tra il 14 e il 15 aprile in piazza ci fu una grande festa e gli abitanti accorsero da ogni parte per festeggiare la fine dei combattimenti e la liberazione dai nazifascisti. La guerra era finita, ma la nostra città e i suoi dintorni avevano subito danni molto gravi», racconta. C’è Giorgio Bettini, che ricorda quando tra il 15 e il 17 aprile, a 15 anni, parte per arruolarsi nel gruppo di Combattimento Cremona. I figli di Alfredo Ragazzini, la guerra e il dolore di una madre. Il partigiano Giulio «Leone» Gardelli e i ricordi di Rita Farolfi. Storie che raccontiamo nel numero di «sabato sera» in edicola.