Sant’Andrea chiude la sede di Imola, i sindacati: «Ritirare la proposta, la Cogne non può morire»
Doveva essere un semplice incontro di aggiornamento tra sindacati e azienda presso la sede imolese di Confindustria Emilia area Centro, invece la Sant’Andrea Textile Machines (erede della Cogne Macchine Tessili) ha annunciato l’intenzione di chiudere la sede di via Selice. Un duro colpo alla luce della lunga storia della Cogne nel territorio, che lunghe vicissitudini e dure lotte finora erano riuscite a conservare seppur ridotta all’osso: a Imola ci sono 6 lavoratori nel reparto magazzini e ricambi. Un effetto dell’ultima riduzione della forza lavoro avvenuta nel 2020 con la cessazione di attività del reparto officina. All’epoca però ci fu «l’impegno di salvaguardare il sito e l’occupazione delle maestranze» annotano Fim, Fiom e Uilm. I sindacati hanno fatto muro davanti alla proposta del general manager arrivato dalla «casa madre» di Novara, società gestita dal gruppo francese Nsc (che ha prospettato anche il trasferimento di 3 dipendenti nello stabilimento piemontese e un esubero del personale) «in quanto i lavoratori storici e che tanto hanno dato negli anni per la Cogne Macchine Tessili prima e per la Sant’Andrea dopo si vedrebbero negare il proprio posto di lavoro» e chiedono «alla direzione aziendale di ritirare formalmente quanto comunicato durante l’incontro» e non escludono sin da subito azioni di protesta.
«Non ci interessa il numero dei lavoratori interessati se 3, 5 o 300, crediamo convintamente che ogni posto di lavoro debba essere difeso e mantenuto a maggior ragione che la Cogne nasce ad Imola e non può morire a Novara o altrove. Chiediamo alla Sant’Andrea e alla Nsc di trovare soluzioni che vadano verso un rilancio del sito e di attivare se necessario gli ammortizzatori sociali» rilanciano Fim, Fiom e Uilm.
red.cr.