«Più abitanti per ridare linfa al centro»: l’assessore Raffini anticipa il piano su cui lavora la Giunta
«Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce, il lavoro che si sta facendo sul centro storico sono germogli e ci vuole tempo». Così l’assessore alle Attività produttive e Centro storico di Imola, Pierangelo Raffini, sintetizza il tema. Fuor di metafora l’albero sono le tante saracinesche abbassate in centro, un salotto buono che rischia di essere lucidato a specchio ma vuoto.
I germogli sono il «Piano» del Comune, un insieme di azioni che messe insieme dovrebbero «dare risposte, poi ognuno dovrà fare la sua parte perché la città e il centro storico sono di tutti».
Le coordinate partono da «un dato congiunturale particolarmente negativo sul commercio», conferma Raffini, e dall’obiettivo di «portare le persone in centro», che significa soprattutto un ritorno di residenti.
L’intervista completa all’assessore Raffini sul numero di «sabato sera» in edicola da oggi.
Purtroppo se il focus proposto è quello di attrarre abitanti per rivitalizzare il centro (mai agonizzante come ora) non abbiamo speranze. Senza pubblici esercizi il centro non sarà mai sufficientemente frequentato, e se non sufficientemente frequentato non sarà interessante aprire nuovi negozi, e così via. Si tratta quindi di innescare un circolo “virtuoso” dove il Comune, la Fondazione CRI e la Banca di Imola – proprietari insieme dei pubblici esercizi (o ex) che incidono su piazza Matteotti si dedichino ATTIVAMENTE a fare si che riaprano cercando, con la collaborazione delle associazioni di categoria, imprenditori del settore per la loro gestione. Con la consapevolezza che questi imprenditori siano nel breve periodo agevolati, e non con bandi che prevedano 100.000 euro di investimento iniziale. Piuttosto che investire 1 milione di euro per rifare i giardini di San Domenico (che non sembrano così disatrati) sarebbe utile investire sulla ristrutturazione dei bar di proprietà comunale