Kasia Smutniak all’Osservanza presenta «Mur», voci di migranti e storia personale
Un muro di 186 chilometri al confine tra Polonia e Bielorussia, costruito per respingere i migranti in cerca di asilo. A raccontarlo il documentario «Mur», diretto da Kasia Smutniak, che sarà a Imola questa sera per presentare il suo primo lavoro alla regia alle 21, al Cinema Osservanza. L’attrice di origini polacche sarà presente in sala, insieme alla sceneggiatrice Marella Bombini, per raccontare quello che non è solo un documentario, ma un lavoro a metà tra reportage e racconto intimo, un viaggio alle origini dell’odio ma anche della storia familiare e personale.
«Ci sarà una guerra? Forse sì, e allora? Tanto non possiamo cambiare le cose», dice la nonna di Smutniak in un dialogo a cena che racconta tanto. Nel documentario, le voci di chi cerca di scappare e di chi salva e aiuta i migranti, le voci dei militari e di familiari che hanno visto un nuovo muro davanti a sé, le voci di chi ha dato per scontato che nulla potesse essere fatto e di chi invece si è mobilitato.
L’esordio alla regia di Smutniak non è solo un viaggio lungo 186 chilometri di acciaio, tra boschi, checkpoint e strade. «Mur» è un lavoro politico che racconta la Fortezza Europa, le politiche di confine e la crisi dei rifugiati. Smutniak mostra la realtà senza giudizio, lasciando allo spettatore parallelismi e valutazioni: bastano le immagini e le parole di chi racconta. E un ritmo quasi da thriller per raccontare muri costruiti per dividere.
so.na.
Documentario molto interessante, Coraggioso e testimone di Diritti Negati !!