«La maledizione di Fossosecco», avventura e mistero nel nuovo romanzo di Corrado Peli che sarà presentato domani a Castello e lunedì a Imola
Cinque ragazzi e un mistero. O forse più di uno. In un paese della bassa, la vita di cinque tredicenni intreccia eventi del passato e avvenimenti inspiegabili che prendono corpo tra la nebbia. E, sopra tutto, si forgia l’amicizia. «La maledizione di Fossosecco» è l’ultimo lavoro di Corrado Peli, scrittore medicinese appena tornato in libreria: e proprio in libreria, all’Atlantide di Castel San Pietro, si terrà la presentazione di domani, domenica 3 dicembre alle 17, mentre il giorno successivo, lunedì 4, sarà il Centro giovanile Ca’ Vaina di Imola ad ospitare lo scrittore alle 20.45. Il romanzo è pubblicato da Fanucci.
Marco, rimasto paralizzato a causa di un incidente in cui è morta sua madre, si trasferisce con il padre e la sorella da Genova a Fossosecco, nella bassa tra Bologna, Ferrara e Ravenna. A scuola fa amicizia con Stefano e Andrea e poi con Lucia, condividendo con loro l’inquietante visione che, tutte le notti, gli appare: alle undici di sera, guardando dalla finestra della sua casa che si affaccia sui campi, osserva un uomo scendere in un lago poco distante e scomparire sotto la superficie. Ma lui è l’unico a vederlo. Perché? Cosa sta accadendo? E questa storia ha dei legami con altre vicende accadute in paese, anche tanto tempo prima? Muovendosi in sella ad una sorta di triciclo motorizzato e accessoriato che lui chiama Silver Bullet, Marco comincia ad indagare insieme ai tre amici a cui presto si unisce anche Mirella, un’altra compagna di scuola nipote dell’anziano maestro del paese.
«Racconto i miei luoghi e quell’età, l’adolescenza, che secondo me è la più interessante dal punto di vista letterario perché si fanno tutte le prime scoperte – commenta Corrado Peli – e, vivendo in provincia come è accaduto a me, c’è anche una certa libertà, anche se ormai con il cellulare ci sono stati molti cambiamenti. Però si continua a uscire, a girare in bicicletta, a stare insieme. L’amicizia tra i ragazzi è sempre il motore che muove tutto. Qui il protagonista si ritrova a vedere cose che gli altri non vedono, deve cercare di capire perché e di capire come smettere di avere queste visioni spaventose. È qui che trova amici che gli danno una mano e che sanno anche qualcosa in più, qualcosa che lui non sa. E questo si intreccia con le vicende del paese». (s.f.)
L’articolo completo sul “sabato sera” del 30 novembre