Alluvione, il Governo lascia fuori dal decreto anche alcune zone dei comuni del circondario
«Un rifiuto inspiegabile che getta un’ulteriore ombra sull’avvio di un percorso di ricostruzione che tarda ancora a partire». Così il Capo di gabinetto in Città metropolitana Sergio Lo Giudice commenta la doccia fredda per i comuni alluvionati della Città metropolitana di Bologna, compresi quelli del circondario, esclusi in parte dal decreto alluvione. Questo perché, tra gli emendamenti proposti a inizio giugno dalla Regione al decreto 61 sull’emergenza, convertito giovedì in legge, non è andato in porto quello con cui dalla Città metropolitana di Bologna avevano chiesto di rivedere l’elenco dei Comuni interessati dalle misure previste. Quell’allegato era stato presentato da palazzo Malvezzi in quanto, in maniera ingiustificata, erano rimaste fuori numerose aree del territorio metropolitano che il sindaco Matteo Lepore aveva chiesto fossero aggiunte.
Riguardo al circondario erano presenti, fin dal principio, i quattro comuni della Vallata e Mordano. E così era stato chiesto di inserire, a questo punto inutilmente, tutti i territori comunali di Castel Guelfo (c’era solo la parte ovest del capoluogo), Castel San Pietro (non solo le frazioni di Gaiana e Montecalderaro, Molino Nuovo e Gallo Bolognese ed e il parco Lungo Sillaro nel capoluogo), Dozza (il decreto indicava solo il capoluogo) e Medicina (c’erano solo le frazioni di Villa Fontana, Sant’Antonio, Portonovo, Fiorentina, Buda, Fossatone, Crocetta, Fantuzza, Ganzanigo, San Martino e via Nuova). Per quanto riguarda Imola, invece, oltre alle già inserite San Prospero, Giardino, Spazzate Sassatelli, Sasso Morelli, Montecatone, Ponticelli, Pieve di Sant’Andrea, Sesto Imolese, Ponte Massa, San Vitale, Tremonti, Autodromo e Codrignanese, era stato chiesto di aggiungere Ghiandolino, la zona lungofiume (Graziadei, Colombarina, Campanella, Tiro a Segno) e Linaro.
«Quell’elenco non riguarda i danni materiali che potranno essere richiesti se e quando il Governo sbloccherà i fondi necessari – conclude Lo Giudice -, ma l’assenza impedisce alle popolazioni dei comuni esclusi di accedere a una serie di opportunità importanti come la sospensione dei termini in materia di adempimenti tributari, contributivi e giudiziari, l’esonero dal pagamento dei contributi universitari, l’accesso agli ammortizzatori sociali e l’indennità per i lavoratori autonomi e gli interventi a favore delle imprese». (r.cr.)