Panieri in sella. Il sindaco tra Superbike, contratti, Cda di Formula Imola e un autodromo in salute
«Il nostro autodromo è forte passione, forte radicamento sul territorio e proteso all’innovazione e alla sostenibilità, mantenendo però la sua identità di base». Marco Panieri si accende quando parla dell’Enzo e Dino Ferrari. Da imolese, prima ancora che da Sindaco, lo sente parte integrante della sua esistenza. Ne conosce la storia, pur essendo giovane, 33 anni il prossimo 19 agosto, ed averne vissuto solo il periodo più recente.
«Quando uno sfoglia i libri che raccontano l’autodromo – ha proseguito Panieri – vede delle immagini che ne testimoniano la trasformazione. Fotografie legate al passato di sindaci e di personaggi protagonisti dei cambiamenti che hanno dato un significato e una chiave internazionale anche alla nostra città».
Il presente racconta di un’annata partita male.
«Non sono d’accordo, considerando che questo è il 70esimo e ci siamo preparati a celebrarlo con tante iniziate partite il 25 aprile. Ma prima ci sono stati eventi importanti come il Wow-Women Motor in concomitanza con la festa della donna, il Duatlhon Sprint, l’Imola Camper Fest, l’Aci Racing Weekend. E poi fra la F1 non disputata e la Superbike in arrivo, abbiamo visto il passaggio della 1000 Miglia, che ci ha ricordato quando nell’edizione del 34 Enzo Ferrari in viale De Amicis discuteva animatamente per un cambio gomme col suo pilota Achille Varzi».
Inevitabile la rinuncia a correre il Gran Premio di F1. Ma non si è disputata nemmeno la Le Mans Series.
«Per scelta degli organizzatori e non dell’autodromo, di ConAmi o del Comune. Ne è nata una polemica inutile perché la passerella sopra al paddock è stata realizzata nei tempi previsti; cioè entro il 10 maggio. La corsa per noi si poteva fare. Ne ho parlato con l’organizzatore Frédéric Lequien, col quale ho un ottimo rapporto. Se non ci fossimo capiti, oggi non avremmo in calendario per il 2024 il Wec e la stessa Le Mans Series».
Quali i riflessi della F1 saltata?
«Il mancato indotto e le spese organizzative da sostenere comunque. Ma allungando il contratto con la F1 avremo l’opportunità di rifarci».
L’eventuale recupero del Gran Premio nel 2026 rientrerebbe nel contratto che scade nel 2025 o in uno nuovo da concordare con Liberty Media?
«Al momento è nel contratto che abbiamo. Poi bisognerà vedere se ci saranno le condizioni per allungarlo dal 2026 in avanti. Intanto stiamo continuando a fare gli investimenti, con attenzione particolare al territorio. Per noi è una prospettiva importante la F1. E vorrei sottolineare come Formula One Group si sia distinta a livello di solidarietà donando all’Emilia Romagna un milione di euro. Così pure la Ferrari e anche Leclerc si è messo in gioco personalmente. Il Gran Premio annullato ha aperto il cuore della solidarietà e ha unito le sofferenze alle opportunità».
Da dove potranno arrivare le risorse per confermare Imola nel calendario dopo il 2025?
«Ne parleremo con Stefano Domenicali, un imolese come noi. Penso che se lavoreremo bene potremo giocarci la partita. E credo che anche per la F1 faccia la differenza avere in calendario i circuiti storici. Il Gran Premio è un’opportunità che ce ne regala delle altre. La ricaduta economica sul territorio c’è. L’importante è proseguire col gioco di squadra fra Formula Imola, Comune, ConAmi, Terre e Motori ecc. Poi bisognerà verificare se al gioco parteciperà ancora la Regione e se il Governo proseguirà con questa operazione di marketing territoriale. Il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani in una lettera ci ha esortato ad andare avanti col progetto di rilancio del Made in Italy. Sostenuto dallo stesso Matteo Salvini. Sarebbe straordinario continuare ad unire il Made in Italy con il cuore della Motor Valley. Io sono fiducioso».
In questo fine settimana c’è la Superbike, che torna dopo 3 anni.
«Ci tenevamo a riaverla per i 70 anni dell’autodromo. Era un impegno che ci eravamo presi con gli appassionati di moto, ma anche con chi ha vissuto contribuendo alla storia del motociclismo a Imola, in primo luogo la famiglia Costa. E’ un altro evento che vogliamo collegare al cuore della città con attività e iniziative, oltre a quella del concerto dei Placebo in programma il venerdì sera al Paddock 2. Abbiamo fatto un’importante apertura sui biglietti, scontandoli per le persone residenti in Emilia Romagna. Inoltre da Dorna è stata aperta un’asta di beneficienza che è partita dalla gara di Misano e che si concluderà a Imola. La Superbike sarà un’occasione di vivere il tracciato ricordando il nostro Fausto Gresini, ma anche altri piloti del passato che hanno corso qui come Marco Simoncelli e Max Biaggi, che duellarono nel 2009».
La Superbike ci sarà anche nel 2024?
«Al momento l’accordo con Dorna è per un solo anno».
Di sicuro ci sarà il Wec.
«L’abbiamo ottenuto a 50 anni esatti dalla prima competizione Endurance disputata nel 1974. Per noi ha un significato importate, avendo come concittadino Pierluigi Martini, che ha corso e vinto la 24 Ore di Le Mans».
La Ferrari Hypercar 499P ha avuto qui il suo battesimo l’anno scorso in occasione delle Finali Mondiali Ferrari.
«E magari partirà di nuovo da Imola per prepararsi al 2024. Che, lo ricordo, sarà anche il 30esimo anniversario di Ayrton Senna».
Com’è la 24 Ore di Le Mans?
«Un evento incredibile, coinvolgente. Io e Benvenuti, invitati da Frédéric Lequien, siamo andati a vedere tutto ciò che c’è dietro. Capendo qual è la sua capacità attrattiva».
Sarà possibile trasferire a Imola il clima di Le Mans?
«Ci proveremo. Ma la loro corsa ha 100 anni di storia alle spalle»
L’accordo col Wec è solo per un anno?
«Abbiamo un contratto che parla di due e continueremo a lavorarci».
Il 31 dicembre scade il consiglio di amministrazione di Formula Imola e a febbraio 2024 il contratto del direttore dell’autodromo Pietro Benvenuti. Dobbiamo attenderci novità?
«E’ presto per parlarne. Certamente c’è stata concertazione fra Formula Imola, ConAmi e Comune. Vediamo se riusciamo a ricreare le condizioni per andare avanti. Imola funziona perché ha un’alchimia di squadra che permette alle persone di fare insieme la differenza. Penso che Gian Carlo Minardi alla guida di Formula Imola abbia svolto un ottimo lavoro e pur nelle differenza generazionale col sottoscritto ci siamo scoperti complementari. Stessa cosa vale per Fabio Bacchilega, presidente di ConAmi, e per il direttore Benvenuti».
Auto, moto, ciclismo, podismo, rievocazioni, mostra scambio, concerti. Non manca nulla.
«Stiamo lavorando a questa polifunzionalità. Dobbiamo continuare a fare degli investimenti non solo per la F1, ma anche per la città. Perché se Imola e l’Enzo e Dino Ferrari si aiutano a crescere reciprocamente allora continueremo ad avere un target internazionale. Io sto aprendo le relazioni in maniera molto forte, aldilà degli schieramenti politici, perché una struttura come questa deve parlare al mondo e non a un partito o a un territorio. Abbiamo tante risorse del Pnrr e stiamo lavorando con l’Università sulla mobilità per creare innovazione. Perché la storia deve abbracciare l’innovazione, la crescita, lo sviluppo, le imprese, la Motor Valley. Ovviamente facendo tutto nel rispetto dell’ambiente, della sostenibilità, delle indicazioni che stiamo dando, nelle relazioni nazionali coi governi che cambiano. Cosa farà ad esempio il governo? Sosterrà ancora il nostro autodromo?».
Concludendo in che stato di salute versa l’Enzo e Dino Ferrari?
«Direi molto buono. Abbiamo fatto degli investimenti e di questo dobbiamo andare orgogliosi. Ma c’è un grande lavoro ancora da fare, tenendo presente la sua vocazione storica. Che è fondamentale, perché l’autodromo è collegato alla città; in 1.500 metri c’è tutto. Ogni centimetro di asfalto della pista è uno sforzo di qualcuno che ha fatto qualcosa. Ringrazio tutti se oggi siamo ben posizionati a livello internazionale, se abbiamo una struttura comunicativa che funzione e un gruppo di lavoro che ha realizzato molto in poco tempo. Io ho voluto dedicargli un assessore, come già era stato fatto in passato, ma in maniera diversa, perché il compito di Elena Penazzi è più ricco di idee e iniziative, al fine di occuparci maggiormente di polifunzionalità, di ambiente, di sostenibilità. Abbiamo fatto un lavoro di narrazione, di dialogo e di apertura al mondo che è fondamentale per stare dove stiamo. Ma lo possiamo fare solo se continuiamo ad essere una squadra.
Angelo Dal Pozzo