Discarica Tre Monti, la decisione del Consiglio dei Ministri: la scelta spetta alla Regione
Il Consiglio dei ministri ieri ha deliberato “l’inammissibilità dell’istanza della Regione Emilia-Romagna di rimessione al Consiglio dei ministri relativa al procedimento di valutazione di impatto ambientale del progetto di ampliamento della discarica” si legge nel comunicato stampa. Gli atti verranno pertanto restituiti alla Regione, continua la nota, “la quale potrà comunque procedere autonomamente”. È la nuova puntata sul completamento della sopraelevazione del terzo lotto della Tre Monti di Imola. All’esame del Consiglio dei ministri ha partecipato anche il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini.
In sintesi, la «palla» torna alla Regione, dopo che due anni fa la Conferenza dei servizi rimandò al Consiglio dei ministri la decisione sul via libera. La vicenda è quella ben nota, iniziata con la sentenza del Consiglio di Stato di fine 2017 che ha annullato per un vizio di forma la delibera regionale di autorizzazione alla sopraelevazione. La discarica è “congelata” da allora (mancano circa 200 mila tonnellate di rifiuti per il completamento). Il Comune – proprietario dell’impianto tramite il ConAmi – nel frattempo ha deliberato che la Tre Monti rimarrà comunque chiusa e presentato un progetto per ricoprirla con pannelli fotovoltaici in regime post mortem.
Questa la cronaca, ma oggi la vicenda è soprattutto politica. Nicolas Vacchi, presidente del gruppo consiliare di FdI, ha subito rivendicato la “vittoria della coerenza di Fratelli d’Italia”, forte del collega di partito oggi viceministro, il bolognese Galeazzo Bignami. “Da sempre abbiamo espresso il nostro chiaro no alla continuazione dell’impianto” conclude Vacchi. In effetti si tratta di un punto a favore dopo lo scivolone di novembre quando, sempre il Consiglio dei ministri (dove la quota emiliano-romagnola di centrodestra vede anche la ministra dell’Università Anna Maria Bernini di Forza Italia e il leghista Jacopo Morrone sottosegretario alla Giustizia), stava per inserire il via libera al procedimento nel Decreto energia; nel breve volgere di qualche ora, però, le scomode righe in questione scomparvero dal testo del comunicato ufficiale. (r.cr.)