Processo Saman, anche l’imolese Trama di terre tra le parti civili
La richiesta dell’associazione imolese Trama di Terre di costituirsi parte civile al processo per la morte della giovane Saman Abbas è stata accolta dal Tribunale di Reggio Emilia.
«Siamo fiere di questa notizia – ha dichiarato Tiziana Dal Pra, presidente onoraria di Trama – per poter continuare la nostra richiesta di giustizia e rimanere accanto a tutte le altre Saman affinché non ci siano più. Portiamo questa richiesta nelle aule di tribunale non per chiedere aumenti di pene ma perché vogliamo l’assunzione di responsabilità da parte della politica. Non si possono lasciare sole le associazioni che in questi anni si sono prese l’onere e l’incarico dell’accoglienza di tutte queste ragazze in fuga da matrimoni forzati».
«Riconoscere la nostra richiesta significa riconoscere tutto l’operato sul campo e il legame con il territorio che ha caratterizzato l’operato di Trama in questi anni – afferma Monica Miserocchi. avvocata di Trama di Terre –. Ma non è stato abbastanza, altrimenti Saman sarebbe qui, per cui è necessario un ulteriore impegno per far emergere il sommerso da parte nostra e anche da parte dello Stato».
Nell’udienza di venerdì la Corte d’Assise ha ammesso come parti civili anche il Comune di Novellara, le associazioni contro la violenza Differenza Donna e Unione donne in Italia, tre associazioni islamiche – Confederazione islamica italiana, Unione comunità Islamiche Italiane e Centro Islamico Culturale d’Italia, Grande Moschea di Roma – e le tre richieste che non avevano avuto opposizione da parte delle difese, ovvero Trama di terre e l’associazione Non da sola, infine il fidanzato di Saman, Saqib Ayub. Ha escluso altre 13 associazioni ed enti che avevano chiesto anch’essi di costituirsi parte civile. (r.cr.)
Le attiviste di Trama di Terre davanti al tribunale di Reggio Emilia venerdì 10 febbraio in occasione dell’avvio del processo