La coop. Capri di Imola: «Dal Governo sul prezzo della benzina solo fumo negli occhi»
Lo sciopero dei distributori ha caratterizzato la settimana. Il confronto tra il Governo e le associazioni dei benzinai sul costo dei carburanti, protrattosi per un paio di settimane, si è concluso con una rottura. La proposta dell’esecutivo Meloni si è fermata all’accisa mobile e alla pubblicizzazione, con un cartello, del prezzo medio regionale dei carburanti davanti ad ogni stazione di servizio.
Sul nostro territorio nel settore opera la Capri, cooperativa che gestisce stazioni di servizio e che fa parte di un consorzio di 24 operatori della distribuzione di prodotti petroliferi all’ingrosso ed al minuto.
Dalla cooperativa imolese arriva piena adesione e solidarietà ai sindacati dei benzinai (Faib, Fegica e Figisc-Anisa) in sciopero contro le misure del Decreto Trasparenza del Governo Meloni. «Siamo perfettamente in linea con quanto dichiarato da Assopetroli – Assoenergia, l’associazione che rappresenta le aziende proprietarie di oltre metà delle stazioni di servizio stradali in Italia» fanno sapere da Capri. Lo sciopero di 48 ore (dalle ore 19 di oggi), sia sulla rete ordinaria che autostradale, viene visto anche da Capri come una mobilitazione «contro l’ingiusta campagna di criminalizzazione delle imprese, accusate, contro ogni evidenza numerica, di speculare sui prezzi della benzina a danno dei consumatori. Un’accusa dimostrata infondata, numeri alla mano, dalla lettura delle banche dati dei Ministeri competenti. Rilevazioni pubbliche, open data, che già da molti anni garantiscono piena conoscibilità e trasparenza al mercato».
Capri e Assopetroli fanno notare come «le misure introdotte col Decreto Trasparenza sono quindi la soluzione finta ad un problema che non esiste, se non nella schermaglia del dibattito politico. Alcune di esse non solo sono inutili e sproporzionate, ma perfino dannose». Capri e Assopetroli sostengono che esporre il prezzo medio regionale può generare solo ulteriore confusione nei consumatori: «Ha un effetto negativo sulla concorrenza, favorendo il livellamento del prezzo verso l’alto a discapito dei consumatori. Stessa negatività sul lato dei costi. Potenziare la segnaletica prezzi sui 22 mila punti vendita italiani costerà circa 400 milioni di euro, che finiranno per gravare sui prezzi al consumo della benzina. Dunque, fumo negli occhi, a danno delle imprese e dei consumatori». (r.cr.)
Il distributore Capri in viale Marconi a Imola