Sanità, oggi è la Giornata mondiale contro l’Aids, in Emilia Romagna sempre meno contagi, incidenza maggiore a Rimini
Nella Giornata mondiale contro l’Aids, che si festeggia oggi, una buona notizia interessa l’Emilia Romagna: l’Hiv, negli ultimi 16 anni, i contagi vedono un calo costante sia tra gli uomini che tra le donne. Le nuove diagnosi si sono più che dimezzate, passando da 368 del 2006 a 175 del 2021. Resta alta, invece, la percentuale di chi arriva con una diagnosi tardiva: il 57%.
Ad attestarlo, i dati del Report curato dall’assessorato regionale alle Politiche della Salute. «In Emilia-Romagna – sottolinea l’assessore Raffaele Donini- il trend in calo delle infezioni da Hiv conferma l’impegno della sanità pubblica e il grande lavoro delle associazioni. Questi dati, però, non ci devono far abbassare la guardia, perché resta ancora alta la percentuale di chi scopre tardi di aver contratto il virus. Per questo dobbiamo continuare a sensibilizzare le persone, promuovere l’uso del test e far sì che aumenti la consapevolezza dei rischi, superando stereotipi e pregiudizi».
In Emilia-Romagna nel 2021 sono state registrate 175 nuove diagnosi di infezioni da Hiv in persone residenti, con un’incidenza pari a 3,9 casi ogni 100.000 abitanti; incidenza che si mantiene più alta nel sesso maschile (6,4 rispetto a 1,5 del sesso femminile).
Nel periodo 2006-2021, l’incidenza media è risultata di 7 casi per 100.000 abitanti: il trend è in calo in entrambi i sessi. L’unico lieve rialzo è stato registrato nel 2021, rispetto alle 145 diagnosi del 2020. L’ipotesi è che siano state recuperate diagnosi non effettuate l’anno precedente a causa della pandemia.
Nell’intero periodo considerato le persone sieropositive diagnosticate sono prevalentemente di sesso maschile (74%), nella fascia di età 30-39 anni (31%) e di nazionalità italiana (68%). La modalità di trasmissione principale risulta essere nell’88% dei casi quella sessuale (52% eterosessuale e 36% omo-bisessuale). Nel 2021, la trasmissione omo-bisessuale risulta più alta rispetto a quella eterosessuale (rispettivamente 47% e 43%). In quasi un quinto dei casi (19%) di sesso femminile, la sieropositività è stata scoperta in corso di gravidanza in genere si tratta di donne straniere (84%).
Nel periodo 2006-21, oltre la metà (52%) delle persone era già in Aids, o in una fase molto avanzata dell’infezione. Nel 2021 tale quota è pari al 57%.
L’incidenza per classi di età mostra come le più colpite siano quelle tra i 20 e 49 anni: il fenomeno è appena rilevabile per i giovanissimi sotto i 20 anni e di minor impatto negli ultracinquantenni. Le persone straniere con diagnosi di infezione da Hiv rappresentano poco meno di un terzo (32%).
Nel 2021 i nuovi casi di Aids tra residenti in Emilia-Romagna sono stati 47. L’incidenza biennale 2020-21 (più stabile, vista la scarsa numerosità) è pari a 1,0 casi per 100.000 abitanti. Dal 1996, anno di introduzione delle terapie antiretrovirali (ARV), si è osservato un forte calo delle diagnosi e dei decessi, con un incremento progressivo del numero delle persone che vivono con una diagnosi di Aids.
Le nuove diagnosi di Hiv nel 2021 sono state 50 a Bologna (con un’incidenza di 4,9 casi ogni centomila abitanti), 22 a Rimini (incidenza 6,5), 20 a Reggio Emilia (incidenza 3,8) e a Modena (incidenza 2,8), 19 a Parma (incidenza 4,2), 12 a Ferrara (incidenza 3,5) e a Forlì-Cesena (incidenza 3,0), 10 a Piacenza (incidenza 3,5) e a Ravenna (incidenza 2,6). (r.cr.)