Vena del Gesso, istituzioni, ambientalisti, sindacati e i trattori degli agricoltori hanno accolto la commissaria dell’Unesco
Nella giornata di ieri si è chiuso il confronto tra la commissaria Unesco, Gordana Beltram e i soggetti del territorio faentino e imolese in merito alla candidatura Unesco del parco della Vena del Gesso. La Commissaria sta infatti visitando in questi giorni tutti i sette siti che compongono la candidatura dei fenomeni carsici nelle evaporiti e nelle grotte gessose dell’Emilia Romagna (unica candidatura italiana per il 2023), per verificarne l’idoneità. Quindi Beltram ha visto le aree nelle quattro province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna dall’Alta Valle Secchia, Bassa Collina Reggiana, Gessi di Zola Predosa, Gessi Bolognesi, Vena del Gesso Romagnola, Evaporiti di San Leo, Gessi della Romagna Orientale.
L’ultimo incontro di ieri si è tenuto alla Rocca di Riolo Terme dove parti sociali, come i commercianti, gli agricoltori e i sindacati sono stati ascoltati dalla commissaria sul dossier, sull’iter e sulle posizioni relative alla candidatura Unesco. Tre ore di confronto in cui sono emersi i punti di forza e situazioni in chiaroscuro su una candidatura che sta dividendo le comunità del Senio, soprattutto in merito alla questione della cava di Monte Tondo.
La Beltram ha avuto modo di conoscere le posizioni del mondo degli ambientalisti, degli speleologi, il Cai e le varie associazioni che in modi differenti sono legate al Parco della Vena del Gesso romagnola. A cui si sono aggiunte quelle del mondo istituzionale e amministrativo. Le associazioni ecologiste e ambientaliste hanno appoggiato incondizionatamente la candidatura, mentre per quanto riguarda la dimensione amministrativa, diverse perplessità sono state espresse dal sindaco di Brisighella, Massimiliano Pederzoli soprattutto per il mancato coinvolgimento sociale nell’intero iter. Preoccupazioni più pacate dal primo cittadino di Casola Valsenio, Giorgio Sagrini in questo caso relative alla questione legata alla continuità estrattiva a Monte Tondo.
Fortemente critici i lavoratori della cava di gesso e dello stabilimento Saint-Gobain ma anche gli agricoltori. A preoccupare sono i confini legati al perimetro della cava e quindi alla possibile sopravvivenza dell’attività estrattiva del gesso. Una cinquantina di agricoltori con trattori e dipendenti della Saint Gobain si sono appostati nella piazzetta antistante la Rocca di Riolo con bandiere e cartelli, anche in lingua inglese, chiedendo tutele per il lavoro e per il futuro e maggiore trasparenza e coinvolgimento nelle decisioni che riguardano una superficie tutelata che per il 90% è su proprietà private. La Beltram si è fermata al presidio per ascoltare le motivazioni dei presenti poi ufficializzate dai rappresentanti durante le tre ore a porte chiuse.
La commissiaria prosegue il suo viaggio e al termine della visita, prevista per domenica, redigerà le sue considerazioni sulla candidatura. Una “fotografia” che sarà sottoposta alla Commissione vera e propria a Parigi, che nei primi mesi del prossimo anno dovrà dare il via libera o negare il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità ai nostri Gessi. (Riccardo Isola)
Nella foto alcuni momenti degli incontri con la commissaria Beltram