Coronavirus, proroga alle mascherine in ospedali e case di riposo, stop all’obbligo vaccinale per i sanitari
Termina due mesi prima l’obbligo vaccinale anti-Covid19 per le professioni sanitarie, prorogato invece quello delle mascherine per entrare negli ospedali, strutture sanitarie in genere, case di riposo ed Rsa. Questi i provvedimenti inseriti oggi pomeriggio nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri guidato da Giorgia Meloni.
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci ha motivato così la decisione sull’obbligo vaccinale per i sanitari: «Il quadro epidemiologico è mutato, l’impatto sugli ospedali è mutato, a questo si aggiunge la grave carenza di personale sul territorio». Nel comunicato del Governo è precisato che “si elimina la misura della sospensione dall’esercizio della professione, al fine di contrastare la grave carenza di personale sanitario che si registra sul territorio”.
Quindi nessuna deriva no-vax, non a caso Schillaci ha aggiunto deciso: «Ribadisco l’importanza dei vaccini per combattere la pandemia da Covid-19. E non è un ripensamento, non ho mai dichiarato che non sarei andato in quella direzione». Cautela «anche per l’approssimarsi della stagione influenzale», seguendo quanto auspicato nei giorni scorsi dal presidente della Repubblica Mattarella.
Per quanto riguarda le mascherine, l’ordinanza che ne proroga l’obbligo fino a fine anno, è stata siglata già in mattinata, dato che quella precedente, fatta dal Governo Draghi, aveva come termine il 31 ottobre. “Condividiamo – ha commentato l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini – la decisione del Consiglio dei ministri, coerentemente con la richiesta di molte Regioni, fra cui l’Emilia-Romagna, di prorogare l’obbligatorietà dell’uso della mascherina. È una scelta opportuna perché nella lotta alla pandemia siamo sì usciti dalla fase emergenziale, ma il virus circola ancora e quindi è importante continuare a tenere comportamenti prudenti. La mascherina – ricorda Donini – protegge soprattutto i più fragili e i più vulnerabili, come gli anziani e i pazienti ricoverati”.
Dall’assessorato regionale alle Politiche per la salute dell’Emilia Romagna è stata inviata una comunicazione alle Aziende sanitarie e agli altri enti e organismi della sanità pubblica e privata in cui si ricorda che l’obbligatorietà riguarda le strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti. (l.a.)
Foto d’archivio