Vittime di reati, la Regione aumenta l’impegno economico. Tra i casi quello di Fabbio Cappai, il giovane ucciso a Castel del Rio
C’è anche il caso di Fabio Cappai, il 23enne ucciso a coltellate a Castel del Rio questa estate, tra gli undici esaminati dal Comitato dei garanti. In questo modo, una volta accolti, porteranno a 40 il numero di istanze da inizio anno che potranno beneficiare dei fondi messi a disposizione nel plafond dedicato alle vittime di violenza, di cui la maggior parte riguardano donne, che passeranno da 150 mila euro a oltre 240 mila euro l’anno. Numeri, questi, che confermano il trend crescente delle richieste arrivate dai sindaci alla Fondazione regionale vittime dei reati per un impegno economico di 212mila euro già utilizzato per soddisfare le prime 29 istanze. E altre richieste, già arrivate, saranno trattate nell’ultima riunione del Comitato prima della chiusura dell’anno. Dal 2004 la Fondazione ha aiutato oltre mille vittime coinvolte in 450 casi gravi per un impegno che supera i 3,5 milioni di euro
Vista la situazione, non certo positiva, in cui le richieste di aiuti per famiglie e vittime stanno crescendo anche in Regione, da Bologna partono alcuni progetti di raccolta fondi. Il primo riguarda “Senza mezze misure”, il nuovo spettacolo del mordanese Carlo Lucarelli. Evento voluto per promuovere e far entrare nuovi soci all’interno della Fondazione regionale che sarà in scena il 18 novembre al teatro Storchi di Modena. Sul palco, con Lucarelli, il Coro Farthan di Marzabotto per raccontare il lavoro della Fondazione al fianco delle vittime e delle loro famiglie. Un testo inedito scritto a quattro mani dallo scrittore e presidente (a titolo gratuito) della Fondazione emiliano-romagnola vittime reati con la direttrice dell’ente, Elena Zaccherini, per sostenere un organismo unico in Italia che, da circa vent’anni, ha l’obiettivo di schierarsi, senza mezze misure appunto, al fianco delle vittime per sostenere loro e le loro famiglie nel difficile cammino verso la ripresa di una vita piena dopo il trauma.
«Quello che faccio per la Fondazione – spiega Lucarelli – mi dà il senso immediato e molto concreto, meravigliosamente concreto, proprio tangibile, di fare qualcosa di utile. La sensazione di essere utile a qualcosa, di poter in qualche modo riparare a un torto subito da qualcuno qui, nella nostra regione, dove vorremmo che certe brutte cose non accadessero mai, perché noi siamo altro, siamo emiliano-romagnoli. Ma alla fine ce l’abbiamo solo qui una Fondazione così- chiude- speriamo ne nascano altre, ma per adesso siamo noi». (r.cr.)
Nella foto della Regione i promotori dell’iniziativa