Libertà di stampa, a Conselice premiati gli inviati in Ucraina Battistini (Rai) e Scavo (Avvenire). L’intervento di Paolo Berizzi
Il 1° ottobre è un giorno dedicato alla Libertà di stampa e Conselice è la capitale di questo diritto sancito dall’articolo 21 della Costituzione. È il giorno in cui, nel 2006, fu inaugurato il monumento con la pedalina che i partigiani usavano per la stampa antifascista durante la Seconda guerra mondiale.
È stata l’occasione per incontrare e premiare due giornalisti che stanno raccontando la guerra in Ucraina: Stefania Battistini inviata della Rai, e Nello Scavo che sulle pagine de l’Avvenire ha raccontato tanti scenari di guerra e violenza.
Berizzi e i cronisti minacciati
Una grande occasione per riflettere su come si può raccontare una guerra che si gioca anche sul piano mediatico, con le notizie false e la propaganda che sono come non mai presenti nel dibattito pubblico.
La sindaca Paola Pula continua nel percorso iniziato dai suoi predecessori e nelle radici di una terra che ha scelto la libertà di stampa come cardine del suo lavoro. Lo scorso anno Conselice è diventata la sede dell’Osservatorio permanente sulla libertà di stampa, che raccoglie le segnalazioni sui giornalisti minacciati. A presiederlo è Paolo Berizzi, uno dei 23 giornalisti italiani che vive sotto scorta. Berizzi, nel suo intervento durante la cerimonia, si è rivolto ai ragazzi delle scuole medie conselicesi che hanno lavorato sulla libertà di stampa e di pensiero.
Ragazzi, agite per la libertà
«Se potessi darvi un consiglio – ha detto Berizzi – vi direi di osare e anche di sbagliare, ma sempre in nome di quella libertà e di quei principi che sono alla base della nostra e vostra Costituzione, repubblicana, antifascista e antirazzista». Berizzi ha sottolineato il valore dei due giornalisti premiati, Battistini e Scavo: «Premiano due colleghi che fanno un lavoro eccellente di documentazione, due inviati sul campo, due testimoni di verità, due testimoni diretti, due testimoni civili. Dico civili perché il giornalismo è un mestiere civile. Il giornalismo o è civile o non è» ha detto Berizzi, precisando poi come «il diritto all’informazione è un diritto civile, perché il dovere di informare è un dovere civile. Sono preoccupato lo dico perché siamo già in una stagione dove ci sarà sempre più bisogno di denunciare gli assalti alla libertà di informazione e alla Costituzione repubblicana antifascista e antirazzista».
Minacce fasciste, sotto scorta
Citando la sua situazione, Berizzi ha spiegato: «Io vivo sotto scorta e vengo considerato un pericoloso estremista perché smaschero dei fascisti, ovvero quelli che nel 1945 hanno perso e da anni cercano una sorta rivincita sulla storia. La storia non si cambia, la storia scrive le sue verità e le sue sentenze. La mia preoccupazione è quella di mantenere ferma la barra sul controllo, sulla vigilanza, sulla tutela di chi fa il nostro mestiere e soprattutto sulla tutela e la salvaguardia dei diritti».
Berizzi ha poi chiuso rivolto di nuovo ai ragazzi: «Quando vi diciamo che voi siete cittadini di domani e che sarete il futuro diciamo delle balle. Lo diciamo per pulirci la coscienza che non è a posto perché sappiamo che ci occupiamo troppo poco del vostro futuro, dei vostri diritti civili e sociali e di quelle dei vostri genitori. Voi siete i protagonisti già oggi di una storia che hanno scritto le persone a cui è dedicato il monumento della pedalina».
Eredi dei partigiani della libertà
«La mia preoccupazione sia anche la vostra siate guardiani dei valori della Costituzione antifascista repubblicana Siate guardiani alla libertà di stampa e d’informazione che sono un bene necessario Per essere cittadini maturi, consapevoli e che meritano la democrazia che i partigiani ci hanno regalato con la loro lotta di resistenza» ha concluso Beruzzi.
Paolo Bernardi
Nella foto: Da sinistra: Paola Pula, Paolo Berizzi, Nello Scavo e Stefania Battistini