La pillola abortiva arriva nei consultori dell’Emilia-Romagna
La somministrazione della RU486, meglio nota come «pillola abortiva» sarà somministrata anche nei consultori dell’Emilia Romagna. Questo è quanto ha deciso la giunta guidata dal presidente Stefano Bonaccini. Si parte nei prossimi giorni da Parma, poi nelle settimane e mesi successivi sarà la volta di Modena e Carpi, Romagna (Ravenna e Cattolica), Bologna e tutte le province.
Si amplia così la possibilità per le donne di ricorrere, per l’interruzione volontaria di gravidanza, al trattamento farmacologico. Non saranno più solo gli ospedali a porter somministrare il farmaco, come avviene ormai dal 2005 in day hospital sia in regime ambulatoriale da fine 2021, ma anche nei consultori familiari.
Il farmaco potrà essere utilizzato dalle donne maggiorenni entro il 49° giorno di età gestazionale. Le interruzioni per mezzo farmacologico entro il 63° giorno di età gestazionale saranno invece eseguite presso i presidi ospedalieri
Non tutti i consultori potranno essere autorizzati però. Per garantire alle donne la massima sicurezza nell’assistenza, la Regione ha definito un protocollo sperimentale che sarà utilizzato unicamente dalle strutture che presentano determinate caratteristiche e autocertificate dalle Aziende sanitari. Tra le caratteristiche necessarie ci sono la distanza ravvicinata (entro 30 minuti) da un presidio ospedaliero di riferimento, la presenza di un’equipe formata, la garanzia di un numero adeguato di personale ostetrico e ginecologico non obiettore, la presenza di attrezzature adeguate e rifornimenti farmacologici per gestire l’emergenza e il trattamento di effetti collaterali.
«Siamo pronti a partire per garantire alle donne un’ulteriore possibilità di effettuare, in sicurezza e con l’assistenza adeguata, l’interruzione volontaria di gravidanza- afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Iniziamo in alcune città, per poi estendere anche alle altre province, man mano che le Ausl completeranno la predisposizione dei protocolli sulla base delle indicazioni definite dalla Regione. Siamo convinti si tratti di un diritto che deve essere garantito».
Nel 2021 in Regione si è raggiunto il numero più basso di interruzioni volontarie di gravidanza dall’inizio della rilevazione, nel 1980: per la prima volta scendono sotto 6.000, esattamente a 5.671, con un calo del 6% rispetto al 2020 e del 52% rispetto al 2004 (in cui avevano sfiorato quota 12mila).
Contemporaneamente, si registra un maggiore ricorso alla pillola RU486 rispetto all’intervento chirurgico: lo scorso anno 3.505 interruzioni volontarie di gravidanza, ovvero il 62%, sono state effettuate con questo trattamento. (r.cr.)
Nella foto di archivio la pillola RU486