«Un s’bóta veja gnét», Imola combatte lo spreco alimentare
L’adagio «Non si butta via niente», vera filosofia popolare del secolo scorso, diventa oggi un progetto per il recupero delle eccedenze e la prevenzione degli sprechi alimentari, promosso dal Comune di Imola (assessorati Ambiente, Politiche sociali e Sviluppo economico), in collaborazione con Hera e Last Minute Market (società spin-off dell’Università di Bologna), con l’impegno di aziende ed enti no profit del territorio. Il progetto, sottolineano gli assessori Elisa Spada (Ambiente e Mobilità sostenibile), Daniela Spadoni (Welfare) e Pierangelo Raffini (Sviluppo economico), «si innesta in un sistema virtuoso già avviato e ha lo scopo di ampliare la platea dei soggetti coinvolti, donatori e destinatari».
Nella fase sperimentale, da gennaio a giugno 2022, il progetto ha consentito di recuperare 5 tonnellate pari a 1.600 porzioni di pasti pronti, da tre donatori (Interspar, Ecu e mensa Hera). Coop. Mano Tesa e No Sprechi sono i due enti no-profit del territorio coinvolti finora. Ora si entra nella fase operativa e grazie ai donatori che hanno già aderito all’iniziativa si stima di arrivare a recuperare oltre 10 tonnellate di eccedenze entro fine anno. Nuovi donatori entrano nella filiera: le Macellerie del contadino Clai Pedagna e centro, Natura Sì, Crai di Sesto Imolese, e i tre Conad di Imola in via Carducci, via Baruzzi e via Montericco, oltre all’Autodromo che nell’ambito delle azioni dell’Imola Living Lab recupererà le eccedenze legate ai grandi eventi. (r.cr.)
Approfondimenti sul sabato sera del 29 settembre
Nella foto: la presentazione del progetto