Dimissioni Draghi, anche i sindaci del Circondario e di Ozzano firmano la lettera per chiedere al premier a restare
Al di là di come andrà a finire l’ennesima crisi di Governo che interessa il nostro mondo politico, e prima del discorso alle Camere di mercoledì 20 luglio in cui il presidente del Consiglio Mario Draghi scioglierà le riserve e deciderà confermare le sue dimissioni dopo la mancanza del voto di fiducia del Movimento 5 Stelle sul decreto Aiuti o fare retromarcia, anche i sindaci del Circondario imolese, a cui si è aggiunto Ozzano Emilia, si sono schierati perché il premier resti al proprio posto a capo del Governo.
Per dimostrarlo hanno firmato, così come oltre mille primi cittadini in tutta Italia, una lettera aperta. A sottoscrivere il documento quindi, oltre al sindaco di Imola Marco Panieri, anche Fausti Tinti (Castel San Pietro), Matteo Montanari (Medicina), Luca Abertazzi (Dozza), Beatrice Poli (Casalfiumanese), Mauro Ghini (Borgo Tossignano), Gabriele Meluzzi (Fontanelice), Alberto Baldazzi (Castel del Rio), Nicola Tassinari (Mordano), Claudio Franceschi (Castel Guelfo) e Luca Lelli (Ozzano Emilia).
«L’Italia non può permettersi una crisi di governo incomprensibile e la perdita di una risorsa preziosa come Mario Draghi – spiega il sindaco di Imola e presidente del Circondario Marco Panieri -. Le forze politiche che hanno sostenuto il Governo e che sono responsabili verso il Paese chiedano al presidente di proseguire il lavoro: Pnrr, inflazione, legge di bilancio, caro-bollette. Le necessità e le emergenze sono tante. Nel quadro delicatissimo di oggi, i Comuni e le Amministrazioni locali hanno bisogno di una guida solida, autorevole e competente». Un commento su quanto sta succedendo in Italia è stato rilasciato anche dal sindaco di Dozza, Luca Albertazzi. «In questo particolare momento critico e difficile, a prescindere da come la si pensi dal punto di vista politico, è inconcepibile che il Paese venga trascinato nell’ennesima crisi di Governo. La politica deve dare prova di serietà anteponendo agli interessi di parte quelli collettivi. Questo principio dovrebbe essere sempre valido ma ora, dinnanzi alle difficoltà e alle sfide che ci spettano, diventa ancora più importante. Concretezza e serietà devono prevalere sulle polemiche sterili e superficiali».
Il testo della lettera
«Con incredulità e preoccupazione assistiamo alla conclamazione della crisi di Governo generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza. Le nostre città, chiamate dopo la pandemia e con la guerra in corso ad uno sforzo inedito per il rilancio economico, la realizzazione delle opere pubbliche indispensabili e la gestione dell’emergenza sociale, non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilità, serietà. Il presidente Mario Draghi ha rappresentato fino ad ora in modo autorevole il nostro Paese nel consesso internazionale e ancora una volta ha dimostrato dignità e statura, politica e istituzionale. Draghi ha scelto con coraggio e rigore di non accontentarsi della fiducia numerica ottenuta in aula ma di esigere la sincera e leale fiducia politica di tutti i partiti che lo hanno sostenuto dall’inizio. Noi sindaci, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buone ragioni che impongono di proseguire l’azione di governo. Allo stesso modo chiediamo con forza a tutte le forze politiche presenti in Parlamento che hanno dato vita alla maggioranza di questo ultimo anno e mezzo di pensare al bene comune e di anteporre l’interesse del Paese ai propri problemi interni. Queste forze, nel reciproco rispetto, hanno il dovere di portare in fondo il lavoro iniziato in un momento cruciale per la vita delle famiglie e delle imprese italiane. Se non dovessero farlo si prenderebbero una responsabilità storica davanti all’Italia e all’Europa e davanti alle future generazioni. Ora più che mai abbiamo bisogno di stabilità, certezze e coerenza per continuare la trasformazione delle nostre città perché senza la rinascita di queste non rinascerà neanche l’Italia». (r.cr.)
Nella foto: i sindaci del Circondario imolese