’Ndrangheta, concluso il processo «Aemilia»: la Cassazione conferma oltre 70 condanne
Trentasei ricorsi rigettati, 39 dichiarati inammissibili, mentre per 14 posizioni vengono disposti annullamenti con lievi rical-coli di pene o rinvii limitati a pochi capi d’accusa. La Corte di Cassazione ha confermato le condanne (oltre 70) decise dalla Corte di appello di Bologna nel maxi processo di ’ndrangheta «Aemilia» e così pure il quadro accusatorio della storica grande operazione contro le infiltrazioni e il radicamento della criminalità organizzata calabrese in Emilia Romagna, scattata nel 2015 con 117 arresti.
«La sentenza “Aemilia” con il suo passaggio in giudicato, la nona per associazione di stampo mafioso in Emilia Romagna, conferma che questa regione è un distretto di mafia» ha commentato all’Ansa Lucia Musti, procuratrice generale reggente a Bologna. Si tratta del secondo riconoscimento della Cassazione, dopo quello arrivato nel 2018 con 40 condanne definitive agli imputati che avevano scelto il rito abbreviato. Nella sentenza di primo grado, invece, arrivata a ottobre 2018, erano stati inflitti 1.200 anni di carcere, ridotti a 712 in appello. Nel secondo grado, del 17 dicembre 2020 solo 28 dei 120 imputati vennero assolti