Trent’anni di 118 e servizio di emergenza, Bonaccini: «Intuizione nata in Emilia Romagna»
«In questi giorni festeggiamo i trent’anni del servizio di emergenza, il numero unico nazionale che ogni giorno permette di salvare tantissime vite». Così il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha ricordato nei giorni scorsi i 30 anni dalla nascita del 118, il servizio di emergenza e numero unico e gratuito di chiamata per le emergenze sanitarie, nato per l’appunto in Emilia Romagna, che oggi coinvolge oltre 3.200 professionisti nella nostra regione e 21mila volontari. Solo nel 2021 quasi 475 mila gli interventi effettuati da Piacenza a Rimini. Per la Regione un impegno annuo di 180 milioni di euro. «Un orgoglio per tutto il Paese, nato proprio in Emilia Romagna – ha dichiarato Bonaccini -, passato per i soccorsi la mattina della strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980 e la prima sperimentazione nazionale durante i Mondiali di Italia 90 proprio a Bologna, insieme a Udine». Il presidente della Repubblica firma il decreto che istituisce il 118 nazionale il 27 marzo 1992.
Oggi a Imola abbiamo 15 ambulanze, che percorrono in media 65 mila chilometri all’anno pari a 13.500 interventi. Le ambulanze ruotano su tre punti (Castel San Pietro, Medicina e Imola) attivi 24 ore su 24. Forse non tutti lo ricordano ma fino al 1997 c’era un altro numero da chiamare in caso di emergenza, era il 33333 dell’allora Imola Soccorso. Poi anche il nostro sistema confluì nella centrale operativa unica e arrivò il 118. (l.a.)
Foto Isolapress