Coronavirus, l’analisi di Rossi (Ausl): “Omicron 2 è meno aggressivo, cautela e fiducia nel futuro. Il virus è qui per restare”
Continuano i contagi ma l’impatto clinico è contenuto con una diminuzione dei ricoveri. Ad oggi sono oltre 1200 i casi attivi nel circondario. In media siamo risaliti a 110 nuove positività da Coronavirus al giorno, i contagi sono diffusi in tutte le età con l’età mediana a 46,5 anni. Ma i casi gravi continuano ad essere pochi (si oscilla da 1 a nessun paziente in terapia intensiva) tanto che procede la logica attuata da alcuni giorni di gestire nei reparti non Covid, prendendo opportune misure di isolamento, i pazienti risultati positivi ma la cui causa del ricovero non è una patologia da Sars-Cov2 (attualmente sono una decina); nell’OsCo di Castel San Pietro ci sono solo 8 ricoverati.
Questo non toglie che i dati (66 casi nelle Cra del territorio con 1 decesso ad oggi e una ventina tra gli operatori) sembrano confermare la necessità di una quarta dose per i soggetti più fragili e per coloro che si occupano della loro assistenza. Così come si segnala leggero un incremento dei decessi (7 negli ultimi dieci giorni) tutti grandi anziani o comunque over 75.
«Oggi siamo in una fase pandemica completamente diversa, Omicron BA2 è ormai prevalente in Europa, Asia ed Africa e sta crescendo in America, in Europa molti paesi stanno raggiungendo il picco, nel nostro è atteso entro due settimane». ha commentato il direttore dell’Ausl di Imola Andrea Rossi a margine del bollettino settimanale odierno sulla pandemia da Coronavirus. Omicron 2, la variante attualmente prevalente, «si stima sia il virus a trasmissione aerea più contagioso mai apparso, ma è meno aggressiva» ha aggiunto Rossi, ed ha un’altra caratteristica «ci si può reinfettare dopo essersi ammalati e nonostante il vaccino».
«Fra pochi giorni cesserà lo stato di emergenza nel Paese, un grande segnale di normalizzazione, dobbiamo sempre mantenere le giuste cautele, guardando al futuro con ottimismo e fiducia» ha aggiunto Rossi. «L’andamento dell’infezione risentirà dei comportamenti individuali, anche se sole e rialzo termico porteranno effetti benefici».
Rossi però avverte: «Con l’abbandono della maggior parte delle restrizioni, tenere sotto controllo il livello di contagio dipenderà essenzialmente da alcuni nostri comportamenti: indossare le mascherine Ffp2 nei luoghi chiusi o pieni di gente, con una circolazione virale così alta questa è la misura barriera più importante; poi la vaccinazione, lo strumento cardine per la protezione dalla malattia e dalle gravi conseguenze del Covid, chi non l’ha fatta deve fare la terza dose, perché due non bastano per contrastare la variante in circolazione».
Attualmente gli over 50 non vaccinati nel circondario imolese sono 2.739 mentre mancano all’appello circa 4.500 persone che non hanno ancora fatto la terza dose a più di 120 gg dalla seconda. Per questi ultimi l’Ausl procederà a richiamarli per ricordare la somministrazone.
Secondo Rossi pensare di risolvere il problema alla radice, eliminare il virus con la vaccinazione, non è possibile: «È ormai evidente che gli animali sono un serbatoio naturale del Sars-Cov-2 e le specie che possono favorire lo spillover nei due sensi sono numerose, per questo motivo sarà impossibile eliminare il Covid, che resterà un problema di salute globale con cui dovremo continuare a fare i conti per molto tempo». (l.a.)
basta con i bavagli, non servono a niente!!!