Tper lancia l’allarme sul caro carburanti, ma i prezzi di biglietti e abbonamenti non cambiano
Tper lancia l’allarme sul caro carburanti: «Se la situazione dei prezzi delle materie prime non migliorerà rispetto ad oggi, si arriverebbe a stimare un aumento dei costi relativi ai carburanti (metano, gasolio ed energia elettrica per alimentare autobus e filobus a Bologna e Ferrara) di 16,7 milioni euro per l’azienda, in ragione d’anno, rispetto al 2021 – spiega –. Se si considerano anche i maggiori esborsi a carico delle ditte private che in partnership svolgono il servizio di trasporto, l’impatto del caro-carburanti nei bacini di Bologna e Ferrara, in questo 2022, comporterebbe un aumento di 21,4 milioni di euro sulla mobilità pubblica complessiva».
Questo non si tradurrà su un rincaro dei biglietti, perché «le aziende di trasporto non possono scaricare gli aumenti sui prezzi dei servizi, essendo tenute al rispetto di un sistema tariffario che non prevede adeguamenti automatici – aggiunge Tper –. Per questo, il tema dei rincari delle materie prime a livelli inconsueti è stato posto all’attenzione regionale e nazionale da parte di Tper e delle altre aziende di trasporto pubblico al fine di individuare la possibilità di interventi compensativi per far fronte ad una situazione che, se perdurante, genererebbe effetti molto pesanti sui conti aziendali».
Certo è che «l’utilizzo sistematico dell’autobus oggi può diventare una scelta ancor più vantaggiosa del consueto per le esigenze di mobilità quotidiana dei cittadini per effetto di tariffe ferme da tempo – sottolinea l’azienda –. Un esempio su tutti: con le quotazioni attuali dei carburanti alla pompa, al prezzo di soli tre pieni per un’automobile di media cilindrata (300 euro) si può acquistare un abbonamento annuale per l’area urbana di Bologna che consente di girare in bus in città per un anno intero; una scelta ancor più conveniente a Ferrara e Imola dove l’abbonamento annuale ordinario urbano costa 256 euro». (lu.ba.)
Foto d’archivio