La «voce» di Ludovico, il ricordo di Marina Garbesi
«Io sono soltanto la voce di mio figlio Ludovico: provo a dire le parole che lui direbbe se fosse in grado di parlare. Questo premio è un suo atto d’amore per la madre Marina e anche uno strumento in più per difendere sé stesso e quelli come lui. Ludovico è un ragazzo autistico. Può vivere un presente sereno e sperare in un futuro migliore perché è nato in un paese democratico che tutela i diritti dei più fragili.
Non è scontato, esattamente come non è scontata la democrazia. Ognuno ha il dovere di difenderla con gli strumenti di cui dispone. Ludovico disponeva dei libri della madre e di una certa memoria familiare: il nonno, Vico Garbesi, padre di Marina, era un comandante partigiano, mio nonno materno, Armando Businco, era un medico partigiano. Insomma, gente che ha combattuto per lui prima ancora che lui fosse nella mente di Dio».
Giovanni Maria Bellu, già compagno di Marina Garbesi, racconta con queste parole l’idea alla base del «Premiodigiornalismoe graphic novel» dedicato alla giornalista di origine imolese scomparsa nell’aprile scorso a 62 anni. Una proposta della famiglia che è stata accolta dal Comune, che ha deciso di collaborare con l’associazione «Imprese e professioni» che si sta occupando dell’organizzazione. (l.a.)
Per saperne di più su «sabato sera» del 20 gennaio.