Coronavirus, il premier Draghi: «Gran parte dei problemi che abbiamo oggi dipendono dai non vaccinati»
Non vaccinati, scuola e chiusure. Sono questi i temi Covid toccati dal premier Draghi nella conferenza stampa di questa sera.
Sui no vax la sua posizione è netta. «Gran parte dei problemi che sta affrontando l’Italia dipendono dai cittadini non vaccinati che occupano i due terzi delle terapie intensive». A cui ha fatto seguito l’appello a vaccinarsi «a chi non l’ha ancora fatto, anche con la terza dose. Obbligo vaccinale per gli over 50? Lo abbiamo fatto sulla base dei dati, essenzialmente, che ci dicono che chi ha più di 50 anni corre maggiori rischi».
E la scuola, tema «caldo» di questi giorni tra contagi e ritorno all’attività didattica? «La scuola è fondamentale, va protetta e non abbandonata» – ha spiegato il premier -. I ragazzi dopo la scuola vanno a fare sport, vanno in pizzeria, non ha senso chiudere la scuola se tutto il resto rimane aperto. La priorità è che la scuola stia aperta in presenza: basta vedere gli effetti di disuguaglianza tra studenti, scolari della Dad lo scorso anno per convincersi che questo sistema scolastico che può essere necessario in caso di emergenze drammatiche provoca disuguaglianze destinate a restare tra chi ci sta di più e di meno, tra nord e sud e che si riflettono su tutta la vita lavorativa».
Sulle chiusure «il Governo sta affrontando la sfida della pandemia e la diffusione di varianti molto contagiose con un approccio un po’ diverso rispetto al passato: vogliamo essere molto cauti ma anche cercare di minimizzare gli effetti economici, sociali, soprattuto sui ragazzi e le ragazze, che hanno risentito delle chiusure dal punto di vista psicologico e della formazione».
Infine, tutta la fiducia di Draghi sul futuro. «Abbiamo tutti i motivi per pensare che ci riusciremo anche stavolta. Abbiamo affrontato tante sfide, le abbiamo superate grazie alla determinazione, all”impegno dei cittadini, delle parti sociali, delle istituzioni e del Parlamento. Il 2022 lo dobbiamo affrontare con realismo, prudenza ma anche fiducia e soprattutto con unità».