Il volto di Zaki a Imola nel giorno del processo
«È stata una grande gioia rivedere Patrik in strada riabbracciare la sua famiglia. Ora speriamo che recuperi le energie e la lucidità emotiva per affrontare il processo che si terrà all’inizio di febbraio, perché la scarcerazione non è la liberazione». Tra le tante voci di soddisfazione per la scarcerazione dopo 22 mesi di Patrick George Zaki, il giovane ricercatore egiziano dell’Università di Bologna, accusato dalle autorità del suo Paese di attentare alla sicurezza nazionale e diffondere notizie false, quella di Marina Baldisserri tradisce ancora l’emozione.
È una «sardina» che fa parte del coordinamento della community «Station to Station» insieme ad un altro imolese, Paolo Cinti. Sono loro tra i promotori insieme ad Anpi, Libera, al Comitato pace e diritti e all’associazione Go Fair, le Sardine imolesi, di una mostra che troverà spazio in centro a Imola. «Patrick e gli altri patrimonio dell’umanità» è il titolo dell’esposizione che dal 20 gennaio a metà febbraio metterà al centro dell’attenzione (e di Imola) i temi della libertà e della giustizia. Cinquanta foto di perseguitati che saranno davanti agli occhi di chi attraverserà il centro storico della città in quel periodo che comprende anche l’1 febbraio, giorno in cui è fissata l’udienza del tribunale egiziano che processa Zaki. (r.cr.)