Sequestrato patrimonio di 12 milioni di euro ad un pluripregiudicato, tra gli immobili anche un appartamento a Imola
I finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di un patrimonio del valore di oltre 12 milioni di euro nei confronti di un 65enne originario di Misterbianco, provincia di Catania, R.S. le iniziali, che dal 1991 fino al 2014 era residente a Imola. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Bologna su proposta della locale Procura della Repubblica, nella persona del dottor Marco Forte, ha riguardato beni mobili e immobili, rapporti finanziari e partecipazioni riconducibili al proposto e ai suoi familiari. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine e gravato da numerosi precedenti penali per reati commessi in Emilia Romagna e nel Centro-sud Italia. Tra gli immobili sequestrati anche un appartamento a Imola di sua proprietà del valore di 200mila euro.
La sua lunga carriera criminale è stata contraddistinta da denunce, arresti e condanne per gravi reati come traffico di sostanze stupefacenti, ingiuria, minaccia, mancato rispetto della disciplina sull’immigrazione, estorsione e usura, nonché per violazioni tributarie. Nell”ottobre 2013 è stato inoltre arrestato e tradotto in carcere quale mandante di un tentato omicidio aggravato verificatosi a Faenza nel 2009, commesso in concorso con pregiudicati affiliati a una nota cosca mafiosa siciliana e per il quale, in secondo grado, è stato condannato a 20 anni di reclusione. Uscito di prigione dopo pochi mesi nel gennaio 2014 gli sono stati concessi i domiciliari a Dozza, prima di tornare presto a Misterbianco dove si trova tuttora.
Con i proventi delle attività delittuose, a fronte di redditi modesti, il 65enne ha realizzato, per il tramite dei familiari, un vero e proprio impero economico costituito da numerosi immobili, alcuni dei quali di rilevante valore e pregio, ora sottoposti a sequestro. L”attività dei finanzieri rientra in un ampio monitoraggio che le fiamme gialle operano nei confronti di soggetti pericolosi, sulle quali gravano condanne o fanno parte della criminalità organizzata. In pratica si tratta di un”indagine ricognitiva sui beni che posseggono confrontandoli con le disponibilità dichiarate. (da.be.)
Foto d’archivio