L’associazione Ca’ di Malanca crea nuovi legami nei territori
Dopo la pausa del 2020 e del primo semestre 2021, causata dalla pandemia da Coronavirus, l’associazione Ca’ di Malanca riprende l’iniziativa con nuovo vigore e su nuove basi, allargando il suo impegno e il coinvolgimento dei territori a cui si rivolge. Proviamo quindi a fare il punto della situazione con Romano Bacchilega, vice presidente dell’associazione.
Perché l’associazione Ca’ di Malanca ha un ruolo centrale nelle iniziative che ricordano e documentano la Resistenza?
«L’associazione gestisce il complesso edilizio di Ca’ di Malanca, l’unico sito dell’Appennino imolese e faentino che si trova ancora in buono stato di conservazione, di proprietà del demanio regionale, in cui erano alloggiate compagnie della 36a Brigata Garibaldi Bianconcini, che è stata teatro di un lungo e aspro scontro nell’ottobre del 1944 dei partigiani con i tedeschi. Questo sito è stato mantenuto efficiente e agibile prima dai reduci partigiani e poi, successivamente, dalle Anpi del territorio imolese, del faentino e del Mugello, che lo hanno corredato e arricchito di foto e ricordi, frutto di donazioni dei partigiani che man mano sono venuti a mancare».
Approfondimenti su «sabato sera» del 5 agosto
Nella foto: visita guidata a Ca’ di Malanca per un gruppo Agesci, che si è svolta venerdì 30 luglio