Estate «in bianco» per i produttori locali di latte, latticini e formaggi
Nel 2020 la domanda mondiale di prodotti lattiero-caseari è complessivamente cresciuta del 2%, nonostante le difficoltà legate al Covid. Ma il riscontro che arriva dai produttori locali non è altrettanto positivo. «La crisi è iniziata a gennaio di quest’anno – racconta Claudia Caboi, titolare dell’Azienda agricola Caboi, di Fontanelice -. La gente ha pochi soldi e preferisce spenderli in altri alimenti e in altri modi. Durante la pandemia le vendite sono andate bene grazie alla consegna a domicilio, ma poi tutto si è fermato. Noi vendiamo solo la ricotta ad una gelateria e gli altri prodotti durante i mercati dei contadini».
Nel comune di Casalfiumanese c’è l’Azienda agricola biologica Bordona, che produce formaggi dal 2003. «Nell’aprile 2020, a inizio Covid – racconta il titolare, Alvaro Prantoni -, ci siamo salvati grazie alle consegne a domicilio, poi, con la chiusura di ristoranti e pizzerie, le richieste sono drasticamente diminuite. A giugno, luglio e agosto le persone vanno in ferie, quindi poche richieste. Meno male che il settore Horeca (che comprende strutture ricettive, della ristorazione e del catering, Ndr) è stato nuovamente aperto, assieme a loro il punto di via Mazzini a Imola e i mercati».
E c’è chi, da 14 anni, si dedica a rifornire sette distributori automatici di latte e formaggi, quattro dei quali a Imola. «Andiamo discretamente – precisa Angelo Scala, titolare dell’Azienda agricola che ha sede nella frazione di San Martino in Pedriolo, nel comune di Casalfiumanese -. Nella stalla le nostre cento mucche danno 10 quintali di latte per i formaggi e i restanti 400 litri di latte li vendiamo al minuto. Arriva l’estate e saranno i mesi più difficili, la gente mangia meno questi prodotti. Vedremo».
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Nella foto: Claudia Caboi