Green pass, nessun obbligo di controllare i documenti d’identità per i gestori di bar e ristoranti
I gestori di bar e ristoranti al chiuso avranno l’obbligo di controllare il green pass, ma non gli è dovuto l’accertamento della corrispondenza con l”identità del cliente, che spetterà invece alle forze dell”ordine, tranne in caso di «palese difformità o incongruenza» tra la persona e i dati riportati sul certificato verde.
A far chiarezza sul tema è il Viminale, con una circolare arrivata dopo le polemiche sorte a seguito delle parole del ministro dell’Interno Lamorgese e del Garante sulla privacy. Quest’ultimo, infatti, aveva detto sì al controllo dell”identità da parte di baristi e ristoratori.
ll controllo dei documenti quindi, come detto, spetterà alla polizia, che agirà a campione, con la specifica che in caso di green pass falsi, il gestore del locale non avrà alcuna responsabilità o ammenda, mentre a farne le spese sarà il cliente con una multa che va dai 400 ai mille euro. Se invece dopo l’accertamento delle forze dell”ordine si riscontreranno clienti, seduti al tavolo al chiuso, sprovvisti di certificato verde, scatterà la sanzione sia per il cliente che per il gestore. (r.cr.)