Riconsegnati alla chiesa di Santa Maria Maggiore di Castel San Pietro due reliquari rubati nel 2010
Ci sono anche due urne-reliquari di proprietà della chiesa di Santa Maria Maggiore di Castel San Pietro tra i 160 beni d’arte rubati che i carabinieri per la tutela patrimonio culturale hanno sequestrato al termine di un’indagine condotta dalla procura di Roma tra Lazio e Campania. Si tratta di reliquie di santi, arredi sacri, volumi antichi e reliquari provenienti da furti consumati tra il 1999 e il 2016 in varie chiese e biblioteche civiche ed ecclesiastiche dislocate tra Lazio, Campania, Basilicata, Emilia Romagna e Lombardia.
I beni sono stati sequestrati a un collezionista romano, appassionato di antichità e arredi sacri, assiduo frequentatore del mercato rionale di Roma-Porta Portese, che di recente si dedicava anche alla vendita on line. Le indagini erano state avviate nel 2016 e hanno permesso di «ricostruire l’intera filiera dei passaggi di mano dei beni e recuperare la quasi totalità delle preziose reliquie trafugate, fino a giungere a due noti commercianti dell’area salernitana, attivi anche nella vendita di volumi antichi» dicono i militari.
Tra gli oggetti rinvenuti, come detto, le due urne-reliquari in legno intagliato risalenti al XVIII secolo, rubate dalla chiesa castellana il 4 giugno del 2010. I due reliquari sono stati restituiti oggi a don Gabriele Riccioni dal comandante del nucleo Tpc di Bologna, il tenente colonnello Giuseppe De Gori.
Nella foto: il momento della riconsegna delle urne-reliquari rubate dalla chiesa di Santa Maria Maggiore nel 2010