Il nostro Giro tra Adorni, Alaphilippe, Pezzi, le paste di Berti
Queste strade sono fatte per il ciclismo. Il Giro d”Italia passato oggi lungo la via Emilia è stata l”occasione per ripassare tante piccole grandi storie. È bastato ascoltare Riccardo Magrini che commenta su Eurosport il ciclismo accompagnando Luca Gregorio nella narrazione del Giro d”Italia oggi giunto alla quinta tappa. Sul telefonino, aspettando il traguardo voltante di Imola, il player mostrava il gruppo pedalare facile (il nervosismo è arrivato nella seconda parte della tappa, dopo il traguardo volante di Imola) e per Magrini è stato un piacere raccontare di come Imola sia stata la sede del Mondiale ”68 vinto da Adorni e di quello 2020 conquistato da Alaphilippe. Soprattutto sono state memorabili la descrizione della pasticceria Berti di Toscanella che ha goduto della giusta vetrina perché lì venivano preparati i panini da mangiare in corsa per un gruppo che correva tanti anni fa. Erano le storie che, come ben sappiamo per i racconti letti nel libro «La bicicletta sul muro» (Bacchilega Editore) che i nostri Bernardi-Marani-Zanelli hanno dedicato al ciclismo dozzese, Luciano Pezzi ha potuto regalare al grande ciclismo, quello in cui il grande cittadino che scelse Dozza per vivere ha portato a vincere campioni come Coppi, Gimondi e Pantani. E Pezzi è tornato nel racconto televisivo di Magrini quando il gruppo è passato davanti a Le Cupole di Castel Bolognese. Magrini era ciclista nella Mercatone Uno di cui Pezzi era direttore sportivo. La squadra era in ritiro a Castel San Pietro e lui, insieme ad altri compagni, fece una serata non autorizzata nella discoteca di Castel Bolognese. Al ritorno l”albergo era chiuso e la fuga fu «ripresa» e finì sulla… strada. Una di quelle strade che sono fatte per il ciclismo e per le sue infinite storie.
Nella foto di Isolapress il passaggio del Giro da Imola