Colza, l’interesse di Terremerse per la brassicacea da cui si ricava biodiesel
In questo periodo i campi del nostro territorio risplendono di un giallo intenso. Sono i fiori di colza, che molto spesso si alterna, e si confonde, con il ravizzone coltivato soprattutto nella Pianura Padana come erbaio, coltura foraggera di rapido sviluppo e per la produzione di olio. «Non è tutto colza quello che sembra – precisa Paolo Andraghetti, capoarea di Terremerse Romagna-Marche -. Sempre fiori di colore giallo, entrambi fanno parte delle brassicacee, ma con semi di tinte diverse, scuri i primi, rossi i secondi». Con il tecnico della cooperativa multifiliera dell’agroalimentare di Bagnacavallo, vogliamo, però, parlare della coltura che può essere utilizzata come combustibile per autotrazione. «Tra gli usi che può avere l’olio di colza, prodotto dai semi e opportunamente trattato – spiega Andraghetti -, c’è proprio il biodiesel, ed è la caratteristica che più interessa Terremerse. Non diamo numeri, perché la coltivazione del colza non è certo tra quelle più rilevanti, ma la produzione in provincia è medio-buona ed è interessante seguirla, comunque». (al.gi.)
Approfondimenti sul «sabato sera» del 6 maggio.
Nella foto: Paolo Andraghetti, capoarea di Terremerse Romagna-Marche, in un campo di colza