La Croce del Nord di Medicina segue la Lunga Marcia, il razzo cinese che sta cadendo sulla Terra
Decisamente non porta fortuna il nome TianGong. Tre anni fa la vecchia stazione spaziale TianGong-1 doveva rientrare in modo controllato ammarando nel Pacifico, ma l’Agenzia spaziale cinese ne perse il controllo. La TianGong-1 precipitò facendo stare col fiato sospeso il Mondo per giorni, Italia compresa. Ora la storia si ripete.
Un pezzo del razzo Lunga Marcia 5B, 22 tonnellate di peso, che l’agenzia spaziale cinese ha utilizzato giovedì 29 aprile per il lancio del primo modulo della nuova stazione spaziale Tiangong sta cadendo sulla Terra in modo incontrollato. Anche l’Italia è a rischio nella sua parte centro-meridionale, le probabilità sono estremamente basse, ma non è esclusa. Ormai è visibile ad occhio nudo tanto che è stato fotografato nel cielo di Roma.
La Protezione civile per questo ha emanato un’allerta e la Rete europea di sorveglianza spaziale e tracciamento EuSst si è attivata per seguire le traiettorie. Una delle strutture utilizzate come antenna per il monitoraggio costante di quanto sta accadendo è il radiotelescopio Croce del Nord della stazione radioastronomica di Medicina, impianto di proprietà dell’Università di Bologna e gestito dall’Istituto di radioastronomia dell’Inaf.
Il rientro è atteso per domenica 9 maggio, ma la finestra temporale è piuttosto variabile e copre attualmente l’intervallo fra le 15 di oggi e le 16 (ora italiana) di domani. Al momento sono interessate nove regioni: Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Si attende che tocchi terra durante la notte, intorno alle 5 di domani mattina.
Sul sito della Protezione civile sono state diffuse queste indicazioni per la popolazione:
• è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;
• i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
• all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;
• è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell”impatto;
• alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero resistere all”impatto. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, di non toccarlo, mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, e dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti.
IL LINK AL SITO DELLA PROTEZIONE CIVILE (r.cr.)
Nella foto le ultime orbite che si prevede il razzo farà, in rosso le parti che interessano il suolo europeo (fonte Inaf)