Maltempo e gelate di aprile, Terra Viva Cisl: «Aziende emiliano romagnole al collasso»
Dopo il maltempo e le gelate che continuano a colpire i nostri territori anche Terra Viva Cisl, associazione che rappresenta in Regione diverse migliaia di aziende agricole dall”immediato dopoguerra ad oggi, è molto preoccupata per la situazione che si è delineata.
Le temperature raggiunte nelle notti fra il 6 il 7 e 8 aprile, scese fino a – 7 gradi nella bassa Romagna, e a – 3 e – 4 nei comuni del circondario imolese, doppiando la gelata di fine marzo, hanno provocato danni pesantissimi. Su pesche, nettarine, albicocche, si segnalano danni del 80 – 90 % nella bassa Romagna e nel circondario imolese di oltre il 70 % per le albicocche e del 50% nelle pesche e nettarine. Per i kiwi i danni sono del 60% nella bassa Romagna e 40 – 50 % circondario Imolese. Purtroppo nuova entrata fra le colture danneggiate è stata l”uva. Infatti i vigneti che si erano salvati dalle gelate di fine marzo, in queste notti hanno subito ingenti danni perché erano già in fase di germogliazione, e si sono verificati danni del 50% anche sull”uva. Purtroppo questa gelata così pesante e così ampia è già il secondo anno consecutivo che si verifica e rischia di portare le aziende agricole realmente al collasso. Infatti alla gelata già pesantissa dello scorso anno, che i meteorologi non ricordavano da circa un secolo, che ha portato danni a tantissime aziende dell”90% , si aggiunge quella di quest”anno che è analoga e per certi aspetti anche peggiore, in quanto ha interessato anche i vigneti che lo scorso anno erano stati quasi risparmiati in quanto si trovavano ad uno stadio vegetativo più arretrato.
«Abbiamo più della metà delle aziende che hanno avuto danni dall” 80 al 90% per due anni consecutivi – fanno sapere da Terra Viva Cisl -. Capite bene che tale situazione porterebbe al collasso qualsiasi azienda di qualsiasi settore, figuriamoci il settore agricolo e nello specifico ortofrutticolo, che navigava già da più di un decennio in una crisi fisiologica che lo ha portato a vendere 9 anni su 12 al di sotto dei costi di produzione. Ci troviamo infatti in una situazione senza precedenti. L’agricoltura emiliana romagnola è in ginocchio, ha bisogno di sostegno, chiediamo che venga riconosciuto lo stato di calamita naturale della regione». (r.e.)