Ferrero «mangia» le nocciole di Terremerse
Nocciole più Ferrero e pensi alla Nutella. A prescindere che le nocciole diventino crema spalmabile o altro, l’evocazione nell’immaginario collettivo è forte per l’accordo tra il colosso dolciario italiano e la cooperativa romagnola Terremerse che nel territorio imolese ha raccolto l’eredità dell’ex Pempa.
L’accordo prevede il 75% del prodotto conferito dai soci a Terremerse partire in direzione Ferrero, mentre l’altro 25% potrà essere venduto a libero mercato, ovviamente senza preclusioni per Ferrero stessa. Questo accordo è la naturale conseguenza del progetto avviato da Terremerse meno di un anno fa per la messa a dimora di 600 ettari di nocciolo in 5 anni nelle regioni maggiormente vocate per questa coltura, tra cui l’Emilia Romagna.
Si tratta di una pianta caratterizzata da notevole rusticità e, quindi, riduce i rischi legati ai cambiamenti climatici, con una grande domanda dell’industria. L’obiettivo è la creazione di filiera di qualità, tracciabile, 100% italiana. Evidentemente, musica per le orecchie di Ferrero. «Sono ovviamente molto soddisfatto – commenta il presidente della cooperativa Marco Casalini -. E’ un accordo importante che si basa su un principio di lavoro in filiera su cui ci stiamo impegnando e puntando da tempo, come dimostrano le altre importanti partnership che abbiamo. Tra i punti di forza di maggior rilievo dell’accordo sicuramente quello di avere un partner di primaria importanza che garantisce determinate quantità ogni anno, lavorando con una metodologia chiara e condivisa». (c.f.)
Approfondimenti e intervista al presidente di Terremerse Marco Casalini su «sabato sera» del 25 marzo.