Beni confiscati alle mafie, Imola e Borgo «RimanDati»
Comuni di Imola e di Borgo Tossignano non brillano per «trasparenza» sui beni confiscati alle mafie presenti nei loro territori. Infatti nessuna informazione che riguarda i due beni presenti, uno sotto l’Orologio e l’altro nel paese della vallata, compare sui siti web dei due Comuni.
Per questo l’associazione Libera ha «tirato le orecchie» ai due enti locali all’interno della prima edizione del report nazionale «RimanDati». Il documento è stato pubblicato il 26 febbraio scorso, in concomitanza con il venticinquesimo anniversario della promulgazione della legge 109 del 1996 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie.
Imola e Borgo Tossignano rientrano fra i 213 comuni del Nord Italia ritenuti inadempienti rispetto alle normative sulla trasparenza, stabilite sia dal cosiddetto codice antimafia del 2011 sia dal decreto legislativo 33 del 2013 in materia di diritto di accesso civico e obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni alla cittadinanza da parte delle pubbliche amministrazioni. (lu.ba.)
Approfondimenti su «sabato sera» del 18 marzo, con uno speciale che racchiude la risposta dell’assessore alla Legalità del Comune di Imola, Giacomo Gambi, l’allarme della Dia e di Libera sugli affari delle mafie causa Covid-19 anche in Emilia Romagna, l’impegno della Regione nelle parole della consigliera Pd Francesca Marchetti e tutti gli appuntamenti in programma a Imola e nel circondario.
Nella foto: don Luigi Ciotti di Libera a Castel Guelfo nel 2014 in occasione dell’intitolazione dell’asilo alla vittima di mafia Lea Garofalo; l’assessore alla Legalità del Comune di Imola, Giacomo Gambi