Coronavirus e scuola, la testimonianza della studentessa Ilaria Dall’Olio: «Ero in terapia intensiva, è dura anche mentalmente»
Lunedì 8 marzo, come avevamo già scritto su questo sito web, i rappresentanti degli studenti di tutti gli istituti superiori di Imola hanno organizzato un’assemblea congiunta on line, visibile sul canale YouTube dell’associazione degli studenti «Futurimola» per parlare di Coronavirus, scuola e giovani. Un successo, con tanti ospiti, è più di 3.500 utenti collegati.
A portare la testimonianza diretta della pericolosità del Covid anche fra i più giovani, è stata Ilaria Dall’Olio, studentessa della classe 5A dell’istituto tecnico «Luca Ghini», risultata positiva dopo aver partecipato alla festa di Ferragosto della discoteca «Le Indie» di Pinarella di Cervia e ricoverata nel reparto di Terapia intensiva del policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna. Venuta a sapere dell’appello che l’Ausl Romagna aveva lanciato a seguito della scoperta di un focolaio nel locale, «volontariamente ho deciso di andare a fare il tampone, per mettere in sicurezza me stessa, amici e persone che mi stavano intorno – racconta Ilaria –. La mattina dopo mi è arrivato il risultato, ed era positivo. Da lì la mia estate è cambiata, se non finita, perché poi sono diventata negativa soltanto il 16 di ottobre».
La situazione, infatti, è peggiorata improvvisamente: «Tra le mie solite giornate noiose e monotone che passavo in isolamento, a un certo punto mi è venuto un gran dolore al petto – aggiunge –. Questo circa dopo un mesetto in cui stavo bene, avevo perso soltanto gusto e olfatto». In un primo momento, «non mi sono preoccupata più di tanto – confessa Ilaria –, dopodiché abbiamo deciso di chiamare il 118, mi hanno portata al Pronto soccorso e hanno deciso di ricoverarmi al Sant’Orsola. Mi avevano detto che avevo la pericardite, cioè l’infiammazione della membrana del cuore». In ospedale «ero molto spaventata, perché mi hanno subito portato in Terapia intensiva – ricorda –. Più che da un punto di vista fisico, era difficile per una questione mentale: un po’ tutti i cavi che avevo attaccati, un po’ gli infermieri e i dottori che “scappavano” da una parte all’altra, i macchinari che suonavano giorno e notte, vedere le persone intubate e che dovevano girare per farle respirare meglio. È molto dura da vedere». (lu.ba.)
Approfondimenti su «sabato sera» dell’11 marzo.
Nella foto: Ilaria Dall’Olio durante l’assemblea on line degli studenti