Imprese e pandemia, nel 2020 i posti di lavoro persi riguardano al 90% le donne
La pandemia ha fortemente penalizzato il lavoro femminile. I numeri mostrano come la tendenza positiva, registrata negli ultimi 26 anni, si sia arrestata di colpo con l’arrivo del Coronavirus. Secondo la rilevazione Istat di fine anno i posti di lavoro persi nel 2020 in Italia riguardano per oltre il 90% le donne. L’analisi del Centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna non fa che confermare queste tendenze. I dati al III trimestre 2020 indicano 25 mila donne occupate in meno in regione, metà delle quali lavoratrici indipendenti: 13 mila in meno nel periodo luglio-settembre 2020 rispetto allo stesso periodo 2019, pari ad un calo del -8,2%. Sono 13 mila in meno anche le lavoratrici dipendenti, pari ad un calo del -1,7%.
«La pandemia, oltre ad aver provocato la chiusura di attività che erano in buona salute, ha generato un calo significativo di fatturato in quelle rimaste aperte – afferma Emanuela Bacchilega, presidente del Gruppo donne impresa di Confartigianato Emilia-Romagna -. Confrontando il numero di imprese artigiane registrate nel 2020 rispetto a quelle del 2019 si rileva una maggiore difficoltà, per calo più accentuato, da parte di imprese artigiane gestite da giovani, imprese gestite da donne di nazionalità italiana e di imprese attive nel settore manifatturiero e dei servizi alle persone. Questa differenza è dovuta, in gran parte, ai problemi legati alla gestione dei figli e dei familiari. Le imprenditrici, e il loro fatturato, hanno pagato questo impegno supplementare e la mancanza di servizi adeguati». (da.be.)
Nella foto: Emanuela Bacchilega, presidente del Gruppo donne impresa di Confartigianato Emilia-Romagna