Web e social pericolosi per i giovani? Le risposte della psicologa dell’Ausl di Imola Anna Strazzari
Dal Blu Whale al Choking Game, passando per il Fire Challenge e, per ultimo, il Planking Challenge che consiste nel buttarsi contro le auto in corsa. Queste sono solo alcune delle folli sfide che oggi, causa anche l’isolamento forzato, dilagano sui social network e trovano terreno fertile tra i giovanissimi, sempre in competizione con se stessi e con gli altri fino a oltrepassare i propri limiti psico-fisici. A volte purtroppo sfociando in tragedia, come accaduto a gennaio, quando a Palermo una ragazzina di dieci anni è morta mentre su TikTok, uno dei social più seguiti dagli adolescenti, partecipava ad una prova di soffocamento estremo. Dal 9 febbraio in Italia lo stesso TikTok, su imposizione del Garante della Privacy, ne ha vietato l’utilizzo agli under 13.
A finire però nella bufera anche altri social network e app che danno ampio spazio a sfide virtuali rivolte proprio ai giovani. Per inquadrare meglio il problema abbiamo contattato la psicologa e psicoterapeuta Anna Strazzari, responsabile del consultorio familiare dell’Ausl di Imola. «E’un fenomeno silente, serpeggiante, che colpisce soprattutto tra i 15 ed i 17 anni. Difficile però conoscerne il numero, perché spesso utilizzano i social in segreto nelle loro stanze. Anche per questo genitori e adulti faticano a controllarli».
A volte però i social sono considerati un pericolo a prescindere. Come mai?
«La preoccupazione nasce dal fatto che gli adulti non li conoscono troppo bene. Gli strumenti, però, non contengono solo rischi, ma anche una parte di opportunità e potenzialità (informazioni, creatività ecc.). Per definizione gli adolescenti cercano di valicare questo confine molto sottile, a volte senza nemmeno rendersi conto di ciò e degli effetti». (da.be.)
Approfondimenti su «sabato sera» del 18 febbraio.