Antonio Patuelli, numero uno de La Cassa di Ravenna e Abi: «Nonostante la dura crisi, chi esporta sta crescendo»
La pandemia che non demorde e che lascia incertezze sul domani è sotto gli occhi di tutti, ma ci sono imprese che stanno lavorando di più del consueto (tendenzialmente quelle che esportano) e rafforzano attività e scorte. Possiamo sintetizzare così il pensiero di Antonio Patuelli, presidente del Gruppo bancario La Cassa di Ravenna (di cui fa parte anche la Banca di Imola) e numero uno dell’Abi (l’Associazione bancaria italiana), insignito nel 2017 del Grifo d’Oro (la massima onorificenza del Comune d’Imola).
Lei, in quanto numero uno dei banchieri italiani ha un osservatorio attento e privilegiato per leggere la realtà economica e politica italiana dopo un anno di pandemia. Cosa vede dal suo osservatorio?
«Le imprese hanno andamenti assai diversificati a seconda della merceologia e dei mercati in cui operano: quelle esportatrici, tendenzialmente, vanno discretamente o bene. Più problematiche sono altre tipologie di imprese, soprattutto connesse ai trasporti, al turismo internazionale e delle città d’arte. Le banche hanno continuato le operazioni di rafforzamento e di riorganizzazione avviate negli anni precedenti e si stanno preparando a far fronte ai rischi e ai problemi che subiscono le imprese a seguito della pandemia».
È possibile fare un pronostico su come andrà l’anno in corso?
«Il 2021 per banche e imprese dipenderà molto da quanto durerà la pandemia. Comunque, ho sperato che la pandemia fosse debellata prima, anche con farmaci che nella precedente pandemia, la spagnola, non esistevano assolutamente. Ora, come tutti, confido che i vaccini e nuovissime medicine riescano a debellare il Covid-19 nei prossimi mesi».
Come giudica l’arrivo di Mario Draghi e la squadra che ha fatto?
«Essendo molto impegnato nel mondo bancario non dò giudizi sulla situazione politica: le banche debbono essere indipendenti anche dalla politica. Mario Draghi è uno degli italiani più prestigiosi nel mondo».
Che cosa ha chiesto quando è stato convocato durante i colloqui esplorativi?
«Le banche sostengono e sosterranno gli investimenti per le modernizzazioni e lo sviluppo. Gli istituti sono impegnati per il sostegno alla resistenza e alla ripresa: ci preoccupano i rischi insieme di imprese e banche. I provvedimenti eccezionali di sostegno all’economia produttiva e alle moratorie debbono durare più della pandemia; chiediamo che vengano ridotti gradualmente, non immediatamente ed integralmente a fine pandemia». (c.f.)
Approfondimenti su «sabato sera» del 18 febbraio.
Nella foto: Antonio Patuelli